giovedì 25 dicembre 2014

LA LETTERINA DI NATALE


Questo Natale la letterina è arrivata a me.
Quando succede resto sempre immobile e incredulo davanti alla cassetta della posta: abituati come siamo alle email, quando qualcuno ci scrive una cartolina o una lettera, ci sorprendiamo per un gesto che solo pochi anni fa era la norma assoluta. 
Quante lettere ho scritto, se ci penso... chilometri e chilometri di parole per raggiungere amici lontani. Attese infinite per leggere la risposta. Ora invece è tutto rapido e leggermente più freddo di allora. Ma sono i tempi che avanzano e dobbiamo adeguarci. Come gli auguri con il cellulare o su whatsapp. Velocità ed efficienza... riduzione dei tempi morti e delle attese. Chi ci rimette è il desiderio. Si desidera molto meno perché si ottiene tutto molto più velocemente e comodamente. 

Ma bando alle ciance nostalgiche... parlavo della letterina che mi è arrivata per Natale. Mi ha scritto Daniele, un detenuto del carcere di massima sicurezza di Nuchis. Un alunno del corso di scrittura creativa. Anzi, un ex-alunno. Ormai è da un po' che non frequenta. Io gli avevo scritto una lettera nel mese di maggio e lui, con calma, mi ha risposto a dicembre (vedi alla voce "attesa" e "desiderio"),
La letterina l'ho trovata lunedì mattina, mentre uscivo di casa per recarmi proprio in carcere per la lezione settimanale. Inutile dirvi che mi sono emozionato e ho letto quelle parole seduto in macchina... confuso e felice (alla Consoli!).
Da quando sono rientrato nel progetto, dopo la pausa estiva per i miei impegni con il ristorante, non ci siamo ancora incontrati. I primi giorni ho chiesto notizie al suo compagno di cella e sono venuto a sapere con grande dispiacere che non stava passando un bel momento. La letterina mi ha confermato la notizia. 
Daniele ha perso la madre durante l'estate, anzi, "l'adorata madre", come scrive lui con la sua grafia pulita e ordinata, e non riesce ancora a superare il dispiacere per non essere stato presente al suo funerale per l'ultimo saluto (permesso negato). 
Mi ha confidato che sta cercando di reagire per il bene di sua moglie e dei suoi 4 figli. Leggo e mi emoziono. Usa parole desuete per testimoniarmi il suo affetto e io non posso fare a meno di chiedermi com'è strana la vita. Quanti pianeti lontani dal tuo piccolo mondo ti fa incontrare. Scie luminose che alterano la percezione della realtà. Tocchi di magia... a volte amari... a volte dolcissimi.

Ho fatto il viaggio verso il carcere sperando di vederlo. Volevo ringraziarlo, incoraggiarlo, semplicemente abbracciarlo.
Quando siamo arrivati con il collega davanti al cancello abbiamo scoperto che quel giorno il carcere era tutto in tumulto per la visita del vescovo di Tempio e per l'inaugurazione della ludoteca. Uno spazio creato e voluto per accogliere i figli dei detenuti durante gli orari dei colloqui. Siamo entrati con altri educatori per capire come sarebbe andato quel pomeriggio e abbiamo incontrato due alunni del nostro corso che studiavano nelle aule scolastiche - uno di questi era il compagno di cella di Daniele a cui ho chiesto subito notizie, avvisandolo di aver ricevuto la lettera - e dopo qualche minuto ci siamo spostati in una zona interdetta ai carcerati per motivi di sicurezza per assistere all'inaugurazione della nuova ala, tutta dipinta da una squadra di detenuti, chiamati dagli altri "Quelli della Disney", con appunto tutti i personaggi di Walt Disney e qualche concessione ai Simpson e ad altri cartoon famosi. 
Una lunga fila di pareti coloratissime con tanti personaggi fantastici - c'era pure Peppa Pig - che non possono non incantare i più piccoli. E poi giochi, palloni, piccoli banchi scolastici tutti rossi, tappetini musicali, strumenti vari... davvero un piccolo parco dei divertimenti. Il vescovo ha benedetto quel piccolo paradiso colorato in mezzo al cemento e al filo spinato e tutte le autorità hanno speso belle parole per un progetto che vuole includere e non escludere. Avvicinare e non allontanare.

Io e il collega ci siamo risparmiati la messa dopo l'inaugurazione e siamo invece tornati nelle aule per parlare con gli alunni che preferivano fare lezione. Qui ho finalmente incontrato Daniele dopo tanti mesi. Era lì per prendere il compagno di cella costretto su una sedia a rotelle e accompagnarlo alla messa. Ci siamo abbracciati e ci siamo detti due o tre cosette prima di salutarci. L'ho trovato bene, con una bella barba soffice e due occhi meno tristi e rassegnati. Mi ha detto di essere diventato nonno. 
"Dio mio! A 44 anni? Vi date da fare dalle vostre parti!", ho detto io.
Lui ha riso e mi ha chiesto di scrivergli ancora. 
"Scrivimi delle poesie".
"Ma io non scrivo poesie... non ci sono buono."
"No, tu sei bravo". 
Ho sorriso... e gli ho promesso che scriverò sicuramente... anche se non so bene cosa.
Ci siamo abbracciati ancora. Mi ha fatto gli auguri accarezzandomi la pancia per sentire se nel frattempo avevo messo su un po' di ciccia... lui che si cura molto allenandosi in palestra per mantenere in salute il corpo, con me perde sempre. 
Mi ha sorriso e mi ha detto di non esagerare troppo con i bagordi natalizi. 
E certo... come no!

Il mio Natale è tutto qui.
Nella letterina di Daniele.
Poche parole per farmi capire che la vita è bella anche quando ti fa dannare e sputare sangue.

Auguri, amico mio.

lunedì 22 dicembre 2014

ALIENI INVADONO ISTANGRAM


Quante volte guardando le foto dei vostri contatti Istangram avete pensato: "Ma che bella foto!"... oppure: "Che foto strana... o brutta... o assurda". E quante volte avete desiderato intervenire su quello scatto con la vostra creatività rendendola più ironica, giocosa, importante o significativa?
Be', qualcuno lo ha fatto veramente e questo qualcuno è Lucas Levitan, un fumettista e illustratore brasiliano, che con il suo talento ha invaso le foto dei suoi amici reali e virtuali regalando un nuovo senso agli scenari, i paesaggi, le situazioni e i personaggi ritratti negli scatti scelti dal suo estro creativo. 
12 mila contatti che pubblicano una marea di immagini che Lucas ha voluto manipolare dopo aver rischiato di morire per uno stupido incidente stradale: un mattone caduto dal quarto piano di un'impalcatura che lo ha mancato di pochi millimetri. 
Fino a quel momento si limitava a lavorare a Londra come designer pubblicitario, tenendo nascosti i suoi disegni, quasi timoroso di mostrare al mondo quel suo "lato creativo". Dopo l'incidente inizia a convincersi che deve assolutamente mettere in luce le cose che amava fare davvero... prima di tutto disegnare. E così nasce una collaborazione con la testata brasiliana GLOBO per realizzare una serie di invasioni nelle foto dei tifosi durante i mondiali di calcio. Primo passaggio per realizzare una vera e propria invasione da parte dei suoi personaggi per reinterpretare con sguardo ironico e poetico la visione stessa della realtà.















venerdì 19 dicembre 2014

IL CONDOMINIO DENTRO LA MIA TESTA


Per un autore i personaggi delle storie che scrive non sono semplici creature di fantasia relegate in un mondo di carta e inchiostro, ma incarnano qualcosa di molto più ricco e complesso.
Sono pensati, creati, costruiti rubando caratteristiche e ricordi a persone che si amano o si sono amate in passato - oppure odiate... nelle storie ci sono anche personaggi poco raccomandabili -, oppure si tende a saccheggiare il baule delle cose lette, viste o scoperte da quando parli, leggi o guardi la TV. 
Una miriade di informazioni che si sono accavallate nella tua testa e vengono fuori quando meno te lo aspetti. In letteratura si chiamano "plagi" oppure "citazioni", "omaggi". 
I plagi non sono sempre volontari. 
Tu mica puoi ricordarti che in una puntata di un telefilm visto all'età di sette anni c'era proprio quel particolare che hai inserito nel tuo romanzo. 
Quella cosa c'è, ma tu, molto semplicemente, ignori di averla archiviata nel tuo database personale. 
A volte ti rivela il misfatto un lettore quando durante una presentazione ti domanda: "Ma in quella scena volevi omaggiare la serie televisiva "Le isole perdute", vero?"
La tua faccia da ebete spiegherebbe molte più cose del tuo vago tentativo di parlare delle influenze artistiche in modo mooooolto generico per deviare la domanda. Ma il lettore insiste e persiste e tu, ancora più ebete, ascolti un'interpretazione della tua storia a te completamente ignota. A volte persino più figa, ricca e articolata di quella che hai pensato tu nella tua umile testolina. Perché spesso si procede per istinto... si segue un ritmo, un'idea senza pensarci troppo, assecondando un impulso creativo indomabile. Le interpretazioni le lascio a chi mi legge. 

Ecco qual'è il guaio: i personaggi ti tengono compagnia per mesi - a volte per anni - e sono più presenti di amici, mogli e parenti.Ci sono in piena notte quando ti alzi dal letto per buttare giù alcune idee. Ci sono la mattina appena ti alzi e ci sono anche quando lavori e dovresti rendere in un altro senso. Servi ai tavoli di un ristorante e nel cervello di riserva - io lo chiamo così - pensi ancora alla storia che stai cercando di scrivere. I personaggi ti parlano sempre. Invadono i sogni e si modellano lentamente, occupando spazi e tempo libero. 
Poi, dopo mesi o anni, quando "chiudi" una storia, ti capita di soffrire di depressione per abbandono o per distacco coatto. O almeno ci provi a staccare la spina... a pensare ad altro, ma loro mordono ancora e pretendono attenzioni. In realtà non li cancelli mai, anche quando passi a un'altra storia e il tuo condominio mentale si affolla di altre presenze, loro si siedono ancora alla tua tavola e bevono il caffè in tua compagnia, ridendo delle tue occhiaie e dei tuoi scazzi creativi.
"Se ci sei riuscito con noi puoi farcela con qualsiasi personaggio. Fidati." Me lo dicono con il sorriso... per sfottermi e farmi coraggio. 
Il mio consiglio è imparare a conviverci anche nei momenti più duri... quando vorresti tutto meno che una banda chiassosa di fantasmi che continua a chiederti se hai messo la moka sul fuoco. 

A volte, quando passeggio per Alghero, mi capita di vedere Dumas. Lo vedo chiaramente con la sua Minolta a tracolla che inquadra scorci cittadini per evocare Dora, la donna amata. E mi succede la stessa cosa con altri personaggi. Vedi Danette e Denis. Ma anche con creature che non avete ancora avuto modo di incontrare perché vivono ancora rinchiusi nella mia testa e nel mio computer. 

Tra non molto dovrebbe uscire il mio nuovo romanzo. Si parla del mese di marzo e io ci spero tanto. Un'altra corsa folle che non so esattamente dove mi porterà. 
Altre facce, altre storie e altri fantasmi da dare in pasto ai lettori. 
Vi devo confidare un segreto: Io non vedo l'ora che accada per sentirmi più leggero e fare spazio ai nuovi arrivi. 

P.S. - Ah... non ho parlato del grande divertimento e la grande gioia che si prova quando si inventano storie e personaggi. Ma di questo potrei parlare in un altro post, sempre che i fantasmi non si montino troppo la testa e inizino a pretendere l'impossibile. :-)