mercoledì 9 aprile 2014

I FRATELLI RICO di GEORGES SIMENON


Io amo Simenon. Ma di Simenon amo in modo particolare i romanzi "seri", ovvero quelli senza il commissario Maigret. E tra tutti questi romanzi, amo in modo ancora più particolare, quelli che Simenon ha ambientato - e scritto - negli Stati Uniti d'America. 
Ricordo "Tre camere a Manhattan" e "Le luci della notte". Due romanzi che, se non li avete ancora letti, DOVETE ASSOLUTAMENTE recuperare e sbranare come ho fatto io!
"I fratelli Rico" appartiene a questa stirpe "americana". 
Fu scritto infatti nel luglio del 1952 - la proverbiale velocità di Simenon che fa invidia a molti scrittori - a Lakeville, nel Connecticut.  
Racconta la storia di tre fratelli: Eddie, Gino e il piccolo di casa, Tony, e della loro vita a Brooklyn fatta di soldi facili, malavita e regole da rispettare. 
Eddie, il più grande, conosciuto da tutti come "il ragioniere" - per la sua grande capacità di prevedere i guadagni e le prospettive economiche di qualsiasi affare - si è trasferito in Florida dove vive con la moglie e le tre figlie. Nel suo regno è un piccolo Boss che può fare e disfare a suo piacimento, senza mai sporcarsi le mani. Ci sa fare Eddie; è l'unico della famiglia che vanti una fedina penale pulita. La sua fede incrollabile per le regole - da seguire sempre e comunque per mettere in primo piano il valore dell'Organizzazione - lo ha portato molto lontano dalle strade e dalla povertà di un quartiere dove ha visto morire il padre, crivellato dalle pallottole destinate alla schiena di un malvivente di nome Sid Kubik - l'uomo verrà salvato dalla stessa madre di Eddie, grazie a una botola nascosta nel loro piccolo negozio di frutta e verdura - e dove ha organizzato i primi traffici e le prime scommesse con le corse di cavalli.
Gino, il figlio di mezzo, è un killer che adora ammazzare la gente e lo fa dannatamente bene. Tony, il più piccolo, si è sempre limitato a guidare le macchine usate dal clan per organizzare rapine e omicidi.
Il delicato equilibro della famiglia Rico s'incrina quando Eddie viene convocato a Miami da Sid Kubik, e scopre che Tony, confidandosi con la sua giovane sposa, ha messo in pericolo l'organizzazione. Lui sa molte cose che la polizia non deve scoprire e le sue rivelazioni potrebbero mettere in ginocchio i boss che fino ad allora sono sempre riusciti a farla franca. 
Sid chiede a Eddie di cercare suo fratello - sparito nel nulla con la moglie - e scoprire se ha davvero intenzioni di vendersi alla polizia per amore di una donna o se, per coprire le spalle all'organizzazione, è disposto a emigrare in Europa - in Sicilia semmai - e far perdere le sue tracce per ricominciare una nuova vita altrove.
Il romanzo racconta il pellegrinaggio di Eddie, tra fantasmi del passato e paure mai sopite, per rintracciare il fratello che non vede ormai da due anni. Si reca dal padre di Nora, la ragazza che ha sposato Tony, e si spinge fino a New York per parlare con l'anziana madre. E di scena in scena, di tappa in tappa, di scoperta in scoperta, riesci a vedere il mondo con gli occhi stralunati e confusi di Eddie. C'è sempre qualcuno che comanda sopra di te... e se anche tu ti credi uno squalo nel tuo piccolo mare, c'è sempre un pesce più grosso di te, pronto a farti la festa appena superi il limite della barriera corallina.
Simenon, con la sua solita maestria, riesce a costruire una storia semplice, basica, avvolgendola su se stessa in un intricato intreccio di fili e connessioni. I personaggi sono definiti con abili colpi di coltello e i dialoghi, mai fuori sincrono, mai stupidi, mai banali, sono come bisturi taglienti che sezionano un cadavere inerte.
Una storia che non conosce redenzione e perdono. 
Una storia nerissima che ti fa fare pace con la buona scrittura.

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