venerdì 4 aprile 2014

DOCTOR SLEEP di STEPHEN KING + UN'INTERVISTA IMPOSSIBILE AL RE DEL TERRORE!

Prima di leggere il nuovo romanzo di Stephen King, ho preferito rileggere, dopo 28 anni, il suo capolavoro indiscusso "Shining, una splendida festa di morte", di cui, "Doctor Sleep" è l'attesissimo seguito, come strilla la copertina del libro pubblicato da Sperling & Kupfer.

Tornare sul luogo del delitto dopo tanti anni e ritrovare Jack, Wendy, Danny e l'Overlook Hotel, con i suoi corridoi, il bar, le sale, l'ascensore, la stanza 217, è stata una lunga immersione nel ricordo che ha risvegliato vecchi fantasmi legati a un'adolescenza tormentata e incerta.
Dopo averlo riletto capisco ancora di più il poco amore di King per il film di Kubrick, che ha tradito il testo inventandosi svolte narrative e un finale completamente diversi dall'originale. 
Lo stesso King nei ringraziamenti alla fine del libro ci tiene a precisare quanto segue. "Poi naturalmente c'era la faccenda del film di Stanley Kubrick, che per motivi a me ignoti molti ricordano come assolutamente terrorizzante. Se lo avete visto senza leggere il romanzo, vi avverto che "Doctor Sleep" è il seguito del secondo, ovvero La Vera Storia della Famiglia Torrance."

Sapere che fine abbia fatto dopo tutti questi anni il bambino di 5 anni che nel romanzo "Shining" non guida nessun triciclo per i corridoi  dell' Overlook Hotel, era una curiosità legittima che accendeva i cuori di tutti i fedeli lettori che da decenni seguono il RE nella sua folle corsa verso l'impossibile. 
Molti  di questi lettori sono rimasti profondamente delusi dalla trama pensata e congegnata da King, definendo la prova opaca e molto sotto le loro grandi - grandissime - aspettative. 
Io, dopo averlo letto il romanzo, non sono rimasto deluso e non mi sono sentito tradito. 
Superare le vette assolute di "Shining" era ovviamente impossibile per chiunque, anche per l'autore che in un periodo di alcolismo cronico si era lasciato affascinare da una storia di fantasmi, onirica e claustrofobica.
Dan è cresciuto. Fa l'infermiere. Sua madre è morta (mi è dispiaciuto parecchio non ritrovarla in questo libro; ho sempre amato il personaggio di Wendy nella carta, quanto l'ho odiato nella pellicola di Kubrick) e anche lui, come il padre, è un fedele seguace della bottiglia. Ha sempre il dono della luccicanza e grazie ai suoi poteri aiuta i vecchi di una casa di riposo a trapassare con l'aiuto di un gatto che prevede il futuro. Tutti lo chiamano Dottor Sonno e lui, dopo aver lottato contro l'alcol grazie agli Alcolisti Anonimi, cerca di ricostruirsi una vita in una piccola città del New Hampshire, dopo aver vagato per molti anni senza una meta precisa. 
Sul suo cammino incontra una bambina di nome Abra Stone che possiede come lui il dono della luccicanza, ma mille volte più potente e abbagliante del suo. 
Sarà lei a risvegliare i demoni mai del tutto sopiti del suo passato e a spingerlo, con pressanti richieste di aiuto, a intraprendere una guerra dagli esiti incerti contro il Vero Nodo, un clan di vampiri che girano per l'America con i loro camper e invece di succhiare sangue si nutrono di "vapore", ovvero dell'essenza impalpabile della luccicanza posseduta da Dan, Abra e altri umani inconsapevoli delle loro doti.
L'idea può sembrare un po' stramba e io stesso ho storto la bocca quando ho letto le prime anticipazioni sulla rete, ma addentrandomi tra le pagine, ho ammirato ancora una volta la grande capacità di King nella costruzione di trame inverosimili che si reggono da sole. 
Ci sono due scene memorabili: il risveglio di Dan in una stanza squallida con una donna strafatta di droga e l'apparizione del suo bambino con il pannolino pieno di merda (un ricordo che tormenterà Dan per molti anni) e l'omicidio del ragazzo del baseball rivisto da Abra semplicemente toccando l'immagine del ragazzo su un cartone di latte dove sono stampate le foto di bambini e adolescenti scomparsi nel nulla.
Il finale mi ha convinto meno del percorso intrapreso per arrivarci (cosa che mi è capitata spesso con KIng). Ho avuto l'impressione che la lotta con il Vero Nodo si risolvesse troppo facilmente e senza pagare un doveroso tributo di sangue. 
Chi pensavo morisse non è morto. 
Quindi, o sono sadico io, o si è addolcito King. 
Non ci sono scuse che tengano.


Ho rintracciato Stephen King nel Maine grazie a un amico in comune che insegna italiano sulle rive di Portland e gli ho fatto 10 domande.

1- Mr King, come risponde a chi crede ancora che Jack Torrance è morto congelato nel parco dell'Overlook Hotel?

Mi limito a girarmi i pollici in attesa di una nuova domanda... possibilmente più intelligente della precedente.

2 - Ha mai tentennato davanti a un'impresa così impegnativa come scrivere il seguito di Shining?

Ho superato prove molto più difficili. Adesso che pranzo e ceno senza problemi e non mi devo spaccare la schiena in una lavanderia industriale... tutto è relativo.

3 - Quale consiglio darebbe a un aspirante scrittore?

Il talento non si alimenta con il whisky. 

4 - Progetti futuri?

Qualche fantasma lo trovo sempre se cerco bene nel baule dei ricordi.

5 - Sua moglie cosa dice di lei?

Si lamenta soltanto quando mi dimentico di mangiare.

6 - Tutti scrivono nella sua famiglia... c'è mai stata rivalità tra di voi?

La stessa che può scattare in una famiglia di meccanici. Chi pulisce meglio il carburatore?

7 - Ha mai pensato di avere un guizzo di Luccicanza?

No, purtroppo. Avrei faticato meno.

8 - Come riesce a scrivere così tanto?

Ho pochi hobby.

9 - La cosa che la spaventa di più? 

I clown e i bassotti.

10 - Ma lei è davvero lei?

Crederlo non costa nulla, no?

5 commenti:

  1. Agatha Christie si lamentava per il fatto che tutte le trasposizione cinematografiche dei suoi romanzi non fossero poi così fedeli. E detestava Peter Ustinov che, diceva, non somigliava neanche lontanamente al "suo" Poirot. Io non ho mai letto Shining, e tutti dicono che il romanzo sia completamente diverso dal film di Kubrik, ma il film resta per me un capolavoro. E poi, i registi amano stravolgere le trame, e quando i registi sono del calibro di Kubrik, non è detto che ciò sia un male :-)
    Giuliano

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Kubrick ha creato qualcosa di visivamente indimenticabile. Vero. Quando lo stesso KIng ha girato la sua versione di Shining per "emanciparsi" dalla visione di Kubrick che tanto odiava, ha realizzato un'immensa cagata (meno male che il buon Dio ha distribuito bene il talento e non lo ha fatto nascere anche un genio della cinepresa!) però, ancora oggi, io penso che qualcosa in quel film non funziona. Prima di tutto il protagonista: Jack Nicholson ha una faccia da psicopatico a prescindere e la sua lenta trasformazione che lo condurrà verso il male assoluto...be', ecco... non è una trasformazione, ma quello che ti aspetti da uno con quella faccia lì. King aveva pensato a un attore con John Voight per il ruolo. Una faccia normale, anonima che si sarebbe trasformata in una maschera dell'orrore con esiti devastanti. Nicholson è un grande attore, ma, per me, in quel film è sbagliato. E che dire di Wendy? Un'Olivi a urlante e isterica che non ha niente della forza e del coraggio del personaggio originale. Lasciamo perdere i tradimenti notevoli alla trama, sono scelte del regista, e va bene così... ma quello che manca, nel film, è la paura. E' così astratto e metafisico da risultare glaciale. Anche l'apparizione della donna morta nel bagno della stanza 217... io la trovo comica. Ti invito a leggere il romanzo. Capirai cosa intendo.

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  4. Lo farò senz'altro.... anche se io non amo molto il genere. Mi piace il noir, quello che in Italia chiamiamo giallo, ma penso che King sia più Horror (o qualcosa del genere) che noir.... Il film è glaciale, la visione di Kubrik è glaciale, anche in Eyes wide shut o 2001 odisse nello spazio, e questo mi piace molto. Glaciale ed estetitazzante. Di King ho letto "the dome".... idea interessante ma tirata troppo per le lunghe :-)
    G

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