martedì 30 aprile 2013

LINGUA SORDA


Il corso d'inglese procede.
Andrew è un grande.
L'ora di lezione passa senza sentire il peso dello studio.
Migliora il mio rapporto con gli stranieri. 
Ormai, con alcuni trucchi posso risolvere un numero sempre maggiore di problemi e di richieste.
Tutto ok con inglesi, americani, giapponesi, danesi, olandesi, spagnoli, tedeschi... c'è solo un'etnia che crea seri problemi di gestione e confronto... e questo favoloso popolo così autoreferenziale da non sforzarsi neanche un po' per comunicare con un cameriere, sapete qual'è?
Ma i francesi, no?
Avevate qualche dubbio?
Mai trovati clienti più ottusi (non voglio usare la parola... "stupidi") e limitati.
Hanno persino problemi a salutare con un Ciao (giuro... una giovane coppietta ha guardato la guida prima di pronunciarlo giusto!), per non parlare della gestione minima della lingua inglese.
Zero.
E meno male che il corso lo faccio solo io.

Mais ces Français pensent qu'ils sont les seuls êtres vivants dans le monde?

lunedì 29 aprile 2013

INCONTRO RAVVICINATO DEL TERZO TIPO


Sabato sera, in ristorante, è entrata una ragazza con due amiche per chiedere un tavolo. Quando l'ho vista, alta più di un metro e ottanta, con i capelli rasta (molto curati e coreografici) e un lungo impermeabile nero (quel giorno pioveva), sono rimasto incantato dalla sua bellezza.
Era la personificazione femminile del cantante dei Tokio Hotel... era persino più bella... perché lo ricordava senza un filo di trucco. 
Era materialmente impossibile non notarla e le sue due amiche, sebbene carine, venivano cancellate dal suo prorompente carisma. 
A fine cena mi ha fatto una domanda classica:
"Puoi dirmi dove si può andare per continuare la serata?"
Io ho sorriso e ho risposto:
"E lo chiedi a un cameriere pelato, un po' avanti con l'età e vistosamente pallido e sovrappeso?"
E lei: "Ho l'impressione che ti butti troppo giù!"
"No, dico solo la semplice verità. La mia vita sociale, con questo lavoro, è quasi inesistente, ahimè!"
Lei ha sorriso e mi ha ringraziato per la disponibilità.
Dispiaciuto per la mia ignoranza mondana, ho chiesto subito informazioni a un tavolo di giovani ragazze autoctone, e mi hanno fornito delle dritte preziose che ho girato immediatamente alla bellissima Matrix. 
Lei mi ha sorriso e mi ha ringraziato... sparendo nella notte come un miraggio notturno o un riflesso della mia fantasia.

A volte... il mio lavoro totalizzante... riesce a regalarti qualche incontro ravvicinato del terzo tipo.

sabato 27 aprile 2013

UN ALIENO SUL COMPUTER


"Sono sempre stato consapevole di possedere una spiccata sensibilita’ ed un immenso amore per l’Arte. Ho sperimentato dalla pittura al teatro, dalla danza alla creazione di costumi e tant'altro... Finalmente dopo la mia laurea in Gestione Alberghiera e un diploma post-laurea in Gestione delle Operazioni Aziendali conseguiti a Glasgow, ho preso coscienza di cosa mi gratifichi maggiormente, cosi ho voluto con molta determinazione inseguire la mia piu’ grande ispirazione: quella di lavorare nel mondo dell’Arte. Grazie alla fotografia ho scoperto il modo di unire tutti i miei talenti. Con essa creo una dimensione dove stile, ambience ed emozioni convivono dando vita a personaggi senza tempo. Amo trovare ispirazione dal soggetto che sto per fotografare; uso la mia sensibilita' per la fotografia di reportage dove carpe diem, attenzione ai particolari, curiosita' e intuizione possono immortalare scene indimenticabili. Credo di non avere uno stile ben definito, amo sperimentare. Tutti possono far foto ma non tutti vedono le cose allo stesso modo, guarda con i miei occhi e goditi il viaggio!"

Così si presenta ANTONIO GIGLIOTTA nel suo sito coloratissimo e folle. Lui, fotografo e art-director, è piombato come un alieno sullo schermo del mio computer grazie a una condivisione di Boy George... uno che di travestimenti e cose folli se ne intende. Incuriosito sono andato a spulciare su Google e ho scoperto questo personaggio curioso, folle, bizzarro. Le foto sono iper-colorate, estreme, provocatorie, infantili, innocenti, spiazzanti, allegre, giocose... un mix di colori e richiami per giocare con la propria immagine e il proprio corpo. 












Se le foto di Antonio Gigliotta vi hanno divertito... e volete saperne di più... fatte un salto nella sua pagina MySpace.

venerdì 26 aprile 2013

BAMBINI DI OGGI


Vi capita mai di guardare il volto di un bambino piccolo, molto piccolo, e di restare incantati dall'espressività del suo volto?
In quel momento hai l'impressione di osservare il volto di un adulto condensato nei lineamenti di una piccola creatura lunga meno di un metro. 
Occhi vividi, intensi... capaci di scrutarti con una profondità disarmante.
Sorrisi aperti, misteriosi, accennati... e lunghi silenzi.
Ti senti osservato, indagato e ti chiedi: "Cosa vede davvero di me?"
Mi è capitato di recente con Ernesto, il figlio della mia datrice di lavoro (un anno e tre mesi) e mi è ricapitato con la figlia di 8 mesi di una sua amica. 
La bambina si chiama Libera Mafalda (già un inno alla libertà, all'indipendenza e alla ribellione) e possiede un'intensità di sguardo e una mimica facciale davvero impressionanti.
E' difficile non fissarla e non restare ammaliati dal suo prorompente carisma.
La mamma mi ha rivelato che già a un mese di età, quando di solito i neonati hanno dei volti poco espressivi e definiti nei lineamenti, lei, tenace e caparbia, aveva già messo su questa faccina sveglia e impertinente.
Riesco quasi a proiettarmi nel futuro... già la vedo... piccola di statura, magra, mora e con due grandi occhi neri... una bella parlantina e una forte curiosità per il prossimo... camminare a testa alta lungo le strade del mondo.
Quando incontri bambini così... riflessi di un mondo famigliare sereno e positivo... ti illudi per un attimo che un futuro migliore ci sarà per lei... per loro.
I bambini di oggi.

giovedì 25 aprile 2013

PREVISIONI ARMONICHE


Sono diversi giorni che ho la forza di una pulce.
Mi sento debole e sconclusionato.
I consigli abbondano.
Prendi questo, prendi quello... e io cerco solo di non crollare.
Forse mi servirebbe davvero una bella dose di vitamine.
Una pillola di erbe amazzoniche dalle virtù incredibili.
Un rito sciamanico.
Una buona stella.
Una formula matematica che mi riporti indietro nel tempo.
Un raggio laser che cancelli la memoria degli ultimi mesi.
Una benedizione di Padre Pio.
Un rito contro il malocchio.
Un decotto o un salvacondotto.
Anche un calcio in culo... insomma, qualsiasi cosa pur di ritrovare un po' di vigore e armonia.

P.S. - se qualcuno mi dice che è tutta colpa della primavera... GIURO... gli sputo in un occhio. Di quale primavera parli, Bernacca dei miei stivali?

P.S. 2 - oggi è anche il giorno della Liberazione. Io ho detto di cosa mi vorrei "liberare"... e voi?

martedì 23 aprile 2013

CUBI E MAGIE


Io non ho mai posseduto il cubo di Rubik e, a dirla tutta, non mi ci sono mai messo di buzzo buono per risolvere l'arcano. 
Tutti i miei amici e compagni di scuola ci perdevano le ore; qualcuno lo completava in tempi sorprendenti (per me era come assistere a una magia) e qualcun altro mi spiegava le implicazioni filosofiche del cubo multicolor. 
Io ci vedevo solo una meta irraggiungibile, un po' come correre alla velocità della luce o saltare sulla luna con un balzo poderoso. 
La mia mente non è costruita in modo pratico. 
Io non so come funziona l'elettricità e non mi interessa saperlo. Idem per il motore della macchina, il telefonino, il digitale terrestre... qualsiasi apparecchio elettronico presente in casa. Sono un caso patologico. Mi faccio spiegare le cose essenziali e vado avanti per scoperte casuali. 
Vedi quando compro un nuovo telefonino: dopo mesi posso venire a conoscenza di una potenzialità fino ad allora ignorata. Mi capita di continuo. 
"Il tuo telefonino fa davvero questo?" chiedo con la faccia inebetita a un amico che mi mostra una magia. E l'amico di turno - più tecnologico di me - mi dice: "Ma guarda che anche il tuo modello ha la stessa identica funzione!"
Apriti cielo! Casco sempre dal pero...
Vedi il caso ISTANGRAM - mi scuso in anticipo con gli amici di Facebook per l'overdose di immagini... ci manca solo che fotografi le scaglie di polvere sospese in cucina o i granelli di polline trasportati dal vento - ... ho scoperto questa funzione livella foto? Ecco, ne faccio un abuso come con il cibo, i fumetti, i libri... tutte le cose che mi piacciono e mi coccolano in qualche modo per rendere questa vita meno amara (mi sovviene una canzoncina...). 
Ho scritto che la mia mente non è costruita in modo pratico (capacità manuale quasi assente)... però è costruita in modo ordinato.
Io ho bisogno di ordine e anche sul lavoro sono attento, preciso, metodico. Spesso maniacale. Ho imparato a controllare questo aspetto quando collaboro con altre persone e negli anni sono migliorato parecchio. Meno ansie e meno tensioni.
Per anni, molti anni, ho pensato di essere un ragazzo stupido. 
Osservando gli altri mi ero convinto di essere la persona più mediocre dell'universo. Solo con il tempo ho capito di essere soltanto diversamente abile.
Scoperta questa incredibile "app" nella mia personalità... ho iniziato ad amare la mia imperfezione cronica.

lunedì 22 aprile 2013

BILANCIO MENSILE


Un mese è già passato e quasi mi sembra ieri il giorno in cui ho messo piede per la prima volta dentro il nuovo ristorante. 
Trenta giorni, quattro settimane, un numero imprecisato di ore. 
Nuovi colleghi, nuove abitudini e metodiche, nuovo menù, nuovi clienti, nuovi fornitori, nuovi orari. 
Ancora non mi sono del tutto ripreso: dormo male e sono sempre vittima di una sottile tensione emotiva. Non dipende solo dal nuovo lavoro. Ci si mette di mezzo anche la vita privata. Problemi da gestire, malumori, malattie (per non parlare di situazioni al limite dell'incredibile... non ne parlo qui per evitarmi problemi... ma credetemi, pensereste sicuramente che mi sto inventando tutto e invece... E' TUTTO VERO!).

Tirando le somme cosa ho capito in questo ultimo mese?
Il lavoro mi piace.
Lo staff anche.
Wilma è un toccasana.
Salvatore una continua sorpresa.
Monica... una bella promessa.
Carmelo... Carmelo è Carmelo.
Claudia... una sfida.

I progetti futuri sono tutti da valutare.
L'impegno come caposervizio è stato confermato... mi sto scavando la fossa con le mie mani? 
Il tempo è sempre esiguo.
La vita sociale quasi scomparsa (ma questo fa parte del gioco... lo so.)
Ma dopo un mese sono contento di essermi salvato dalla trappola del precedente lavoro, di aver trovato persone con cui si può finalmente parlare, creare e sperimentare... contento di non sentirmi solo un porta-piatti.
Spero soltanto di trovare il tempo per le mie storie.
Sognare... evadere... creare.
Vivo per questo... da sempre.

sabato 20 aprile 2013

SOGNI SCONTATI


La notte scorsa ho sognato di essermi iscritto a un centro dimagrimento stile Dukan, gestito da un argentino con i baffoni neri e i capelli lucenti di brillantina. Mi ricordava il Gomez della Famiglia Addams con qualche chilo in più. 
La mia coach era Belen, e insieme ad altri sfigati dovevo cercare un elastico che mi calzasse alla perfezione sul pollice. Dopo tanta fatica riesco a trovarne uno dentro a una grande ball di vetro sul bancone nella hall e Belen mi dice sorridente: "Ecco, questo è il tuo livello di dimagrimento perfetto. L'elastico non deve stringere troppo e non deve fare ombra." 
Tutta felice - sembra davvero soddisfatta del mio piccolo successo - mi porta dal capo per concretizzare il costo del loro intervento. 
L'argentino baffuto mi ammalia con il suo sorriso tentatore e mi passa un biglietto da visita con uno scontrino nascosto sotto. 
"Non ti preocupe... tu non guardare ora la cifra" mi dice con tono rassicurante.
E io rispondo: "Per non svenire all'istante?". 
E lui: "Non è questo il momento. Ora sei felice perché hai trovato il tuo elastico. Non rovinare il momento della gioia." 
Rintronato saluto Belen e il guru delle calorie e mi dirigo verso l'ascensore. Una volta dentro la cabina, disubbidendo al consiglio, sbircio lo scontrino: 1100 euro!
"Accidenti, anche i sogni non fanno sconti!" penso uscendo dall'ascensore.
Sotto un cielo plumbeo mi dirigo verso la macchina e un dilemma angosciante comincia a girarmi nella testa: bombolone alla crema o crepes alla crusca d'avena?

mercoledì 17 aprile 2013

PIGRO


Oggi mi hanno chiesto se sono un tipo sportivo.
Ho risposto che se avessi quattro zampe sarei sicuramente un divano.
Sono quella che si può definire senza paura di smentite una persona pigra, e lo sono nonostante il mio lavoro non mi conceda molto tempo per poltrire. Corro da anni tra i tavoli dei ristoranti per soddisfare le mille esigenze dei clienti e macino km su km - i miei poveri piedi ne sanno qualcosa - ma quando smetto la divisa da cameriere, come un novello Superman, torno l'anonimo bradipo che sono sempre stato. Un Clark Kent qualsiasi... pallido, con la pancetta e con una passione viscerale per il divano di casa. 
Adoro leggere, scrivere, disegnare, guardare la tv... e mi stanca soltanto l'idea di uscire per stare in mezzo alla gente... forse perché di gente ne vedo già abbastanza per 10 ore al giorno.
La palestra... ci ho provato: immensa noia.
Correre... ci ho provato per un anno ed è stata la cosa più vicina all'estasi che ricordi.
Gli addominali... una leggenda metropolitana per la mia piccola esperienza di sportivo sedentario.
Non ho un cane perché non sopporterei di doverlo portare fuori a fare la pipì... o a svagarsi per la città o la campagna. 
Se vado in un posto c'è un motivo... e se non c'è mi siedo in una panchina e guardo scorrere il tempo.

Sono anche un pessimo viaggiatore.
Sostanzialmente viaggiare mi annoia, mi stressa, mi scombussola tutto.
Preferisco viaggiare con la fantasia.
La mia New York è già tutta dentro la mia testa.
Poi mi capita di partire... ma lo faccio con molta fatica e ritrosia.
Invidio chi riesce a mettersi in gioco ogni volta.
Il mio livello di avventura è così scarso che non si solleva oltre la prima tacca di un misuratore ipotetico di intraprendenza.
Ho amici che hanno viaggiato tantissimo: Cina, Messico, America, India, Polo Nord...
Ascolto i loro racconti e mi dico... ci sarei voluto essere anche io?
Forse sì... ma solo dopo aver sentito i racconti.
Mai prima.
Il mio unico viaggio importante, in Argentina, è stato più un viaggio interiore che uno spostamento geografico.
E infatti, quella vacanza, resta una delle cose più belle e più brutte della mia vita.
Perché nessun luogo è come lo immagini tu.
Mai.
E solo a volte lo scopri migliore dei tuoi sogni.

martedì 16 aprile 2013

I'M ANDREW


Oggi ho seguito la prima lezione d'inglese con tutto lo staff del ristorante. 
Io, Wilma, Salvatore e Monica (Carmelo non si è svegliato e ha saltato il primo appuntamento con le basi della grammatica!). Il nostro teacher si chiama Andrew, ha 30 anni e arriva da New York. Monica sostiene che è un gran figo. Anche Wilma lo pensa. E anche io, a dire il vero, penso che abbiamo un professore davvero cool. Alto, biondo e con un fisico da modello. Metteteci dentro anche la simpatia, la disponibilità e una bella capacità di comunicare e trasmettere le informazioni... e capirete che siamo tutti felici di questa esperienza.
Certo, lo confesso, oggi mi sono sentito molto stupido... ma lui ci ha spiegato che è normale quando si comincia a masticare una nuova lingua. Dobbiamo parlare un po' come un senegalese che arriva in Italia e approccia la lingua con le sue poche nozioni e l'urgenza di farsi capire dalla gente del posto. 
Tu volere comprare calze?
Un esempio estremo, ovvio... ma che ci ha permesso di sperimentare e di non temere l'errore. 
Io sono Carlo. Il cucchiaio è sul tavolo. Io non sono spagnolo. 
I'm Carlo. The spoon is on the table. I'm not spanish.
L'intento è puntare sulla comunicazione base tutta al presente, per gestire i clienti, gli ordini e le situazioni più frequenti che possono verificarsi nella sala di un ristorante.
Dieci lezioni mirate, e poi, se ci andrà, continueremo il corso per affrontare il tempo passato e quello futuro e rendere il percorso più ricco, complesso e stimolante. 
Posso già dire che la cosa mi gusta parecchio. 
Ci giravo intorno da un po' e finalmente il caso, come capita spesso, ha fatto in modo che tutto si incastrasse alla perfezione. 
Niente capita per caso.
Is True!

domenica 14 aprile 2013

TECNICHE DI PERSUASIONE


Come si fa a far capire ai clienti del tuo ristorante che è giunta l'ora di andare via?
Quando la carrozza di Cenerentola è tornata zucca da più di mezz'ora.
Quando hai portato ai tavoli tutto il portabile: cibo, vino, birra, dolce, caffè, digestivo.
Quando hai chiesto 10 volte desiderate qualcos'altro e loro ti sorridono felici e appagati che va bene così e non spostano la sedia di un millimetro.
Quando hai spento la musica, chiuso i cancelli in ferro delle vetrate, finito di caricare i frigoriferi e ti manca solo di buttare una bomba a mano in mezzo alla sala... ecco, in questi casi, cosa rimane da fare per persuadere i tuoi cortesi ospiti che lo spettacolo è giunto alla fine (per te, i tuoi piedi e la tua stanchezza)?
Nel nostro caso ho scoperto di possedere un'incredibile arma segreta: WILMA!!!

Ieri sera, falliti tutti i tentativi sopra citati, Wilma "la guerriera zen" ha terminato di lavare i piatti, i bicchieri e il pavimento della cucina e, con molta nonchalance, è entrata in sala... si è appoggiata a un tavolo libero con gli avambracci (tecnica infallibile per far capire, fisicamente, che sei pronta a lanciare il tavolo medesimo) e sorridendo ha declamato la seguente frase: "Be', cari signori e signore... sono certa che tutti voi possedete una bellissima casa a cui fare ritorno... noi ne abbiamo una e dopo ore di lavoro smaniamo per rivederla. Se nel caso non vi va proprio di tornare a casa... andate pure al Poco Loco per vedere il concerto di Vinicio Capossela... grazie!"
Una signora, con gli occhi sognanti le ha risposto: "Ha ragione... ma qui si sta così bene... sembra di stare a casa propria!"
E Wilma: "E lo so... ma a una certa ora uno si può sentire a casa sua... soltanto a casa sua! Grazie e abbiate pietà!!!"
E con un inchino è tornata in cucina.

Risultato?
La sala si è svuotata in 5 minuti... tra sorrisi, ringraziamenti e informazioni sul concerto di Vinicio... ovviamente inesistente.
Wilma ha la "grazia" speciale di trasformare un gesto eccessivo... in un tocco dl classe.
Lei diventa un personaggio curioso e divertente di cui parlare agli amici... e noi, finalmente, torniamo a casa.

sabato 13 aprile 2013

BERSAGLIO


Ho passato un'altra notte insonne.
Torno dal lavoro molto tardi, soprattutto il fine settimana (ieri a mezzanotte e mezza) e, nonostante la stanchezza, non riesco a dormire sereno. 
Mi rigiro per ore tra le lenzuola - la mattina si può dire che mi ritrovo disteso sul materasso nudo con un bozzolo di lenzuola avvolto intorno al corpo - e mi è impossibile superare quella barriera di pensieri che si infittisce e addensa. 
Poi, leggendo un articolo su Murakami (autore che adoro), mi è sbocciata una nuova idea nel fitto del cervello.
Mi succede sempre così: lavoro a un nuovo progetto... ho in mente un romanzo, un tema, un personaggio, un genere... e invece, alla faccia delle mie programmazioni, sbuca dal nulla un germe nuovo, infestante e si prende tutto lo spazio utile.
Per ora ho solo un nome... la prima frase del romanzo e una sensazione forte, sottile come una lama... poca roba... ma so bene che la mia psiche procede seguendo questi stimoli anomali, virali, totalizzanti. 
Se entro in un tunnel... lo perseguo fino all'uscita... diritto come una freccia che cerca il suo bersaglio.

mercoledì 10 aprile 2013

FORTUNATO


Dopo una convivenza silenziosa di cinque anni, questo pomeriggio, ho trovato morto Fortunato. 
Non so cosa sia successo. La mattina nuotava sereno come sempre... aveva mangiato le sue scaglie colorate e sembrava godersi il getto della pompa per ossigenare l'acqua come suo solito... si metteva a muso duro contro la corrente e si lasciava "spettinare" la pinna dorsale. Non so bene cosa sia accaduto... mi sono alzato dal letto dopo un'oretta di pennichella pomeridiana e lui galleggiava a pancia in su... già morto e con delle macchie rossastre in alcuni punti del corpo... delle specie di lividi o ematomi... procurati da chi o cosa non lo capisco davvero... nell'acquario restava solo lui, dopo la morte di Forrest e Frankie. 

Lo avevo trovato vicino a un cassonetto nel mese di agosto, abbandonato dentro un vaschetta di plastica mezzo sfondata da un turista frettoloso... forse vinto al lunapark per una figlioletta smaniosa e poi lasciato al suo destino senza troppi sensi di colpa. Lo avevo portato a casa dentro un bicchiere di vetro alla fine del mio turno in ristorante e lo avevo accudito al mio meglio... comprando un piccolo acquario nuovo, la pompetta dell'ossigenazione, la sabbia e un bel legno marino per creare un habitat accogliente. Quando raccontavo questa avventura tutti mi guardavano straniti: penso si essere uno dei pochi ad aver salvato un pesce rosso abbandonato vicino a un cassonetto. 

Ora non ci sei più. La tua danza era magica... non so cosa pensassi di me... delle lunghe ore passate davanti al pc per scrivere le mie storie. 
A volte le leggevo a voce alta e tu eri lì... mi fissavi con le tue boccacce e i tuoi occhi neri e tondi... e io mi illudevo di tenerti compagnia. 
Vorrei dirti che tu ne hai fatta tanta a me... piccolo amico silenzioso.

Ciao, Fortunato... 

lunedì 8 aprile 2013

RESTARE INDIETRO


Ho deciso da tempo di pulirmi l'anima.
Ho deciso di liberarmi di tutto il superfluo.
Di dire quello che penso o di tacere per non sprecare fiato.
Ho deciso di non perdere tempo dietro a inutili cavilli... di non farmi inquinare dalle chiacchiere e di non dare ascolto alle critiche, alle cattiverie e alle facili etichette.
Ho deciso di essere io... di non piacere a tutti... di sentirmi bene dentro la mia pelle scomoda... di non arrivare a una meta costi quel che costi... di arrendermi prima dell'affanno... di cercare nelle pagine di un libro la pace che mi manca... di cogliere in un gesto amichevole tutto il bello dell'universo.
Non ci sono compromessi che valgano questo osceno mercimonio di idee e sentimenti...
Guardo mia madre e so che non ci sarà per sempre... neanche io ci sarò per sempre e non voglio sprecare il mio tempo per giustificare la mia sincerità.
Ho deciso che posso anche restare indietro...
Scriverò... lo farò fino al mio ultimo secondo su questa Terra... e lo farò per me... e per chi mi vorrà abbracciare senza paura.

Avevo bisogno di ricordarmi queste cose... 
in questa notte di ali spezzate ancora di più...

giovedì 4 aprile 2013

TUTTA MIA LA CITTA'








Uscito dal lavoro alle 23.40... ho camminato per le strade della città e ho scattato qualche foto.
Solo con i miei pensieri ho pensato a Dumas e alla sua macchina fotografica.
I fantasmi... nascosti tra le ombre.
Ricordi e passi mai dimenticati.

martedì 2 aprile 2013

SUPERMAN


La prima settimana di lavoro è passata.
Abbiamo superato pasqua e pasquetta con ritmi di lavoro paragonabili a quelli del mese di agosto - così ci è stato confermato da Wilma e da Claudia - e la nuova squadra sembra funzionare a meraviglia. 
Io che prendo le misure del posto e cerco di barcamenarmi tra frotte di turisti stranieri con il mio inglese claudicante - mi è capitato persino di battezzare una ragazza durante una prenotazione quando, non capendo il cognome, e ancora meno il nome, l'ho guardata e le ho detto: "You are Tina!"... e lei, sorpresa: "I'm Tina?"... "Yes!", ho risposto io, segnando il nome nell'agenda... ovviamente, quando è tornata con il ragazzo, l'ho accolta con un "Hallo Tina!"... lei ha riso e li ho accompagnati al tavolo. Cosa non si fa per tirare a campà! - e Salvatore e Carmelo che ci sorprendono con la loro duttilità e preparazione. 
In questi giorni ho mangiato molta pizza per provare tutti i gusti e poter consigliare i clienti e mi sono messo d'impegno per assaggiare anche la grande varietà di formaggi... mia vera passione. Ho una cotta per l'Ovisard di Thiesi. 
La stanchezza è tanta, i piedi sanguinano e mi maledicono, la schiena impreca e le ore di sonno latitano... anche ora scrivo sul letto... invece di dormire (colpa del cambio repentino di vita e abitudini e di un vento che fa tremare le finestre!)... ma nel mio cuore sento di essere più sereno e con tanti progetti dentro la testa.
Non sono un Superman... cerco di barcamenarmi come tutti... ma guardando in fondo a questo tunnel infinito di precarietà e insicurezza... forse, una piccola luce, inizia a lampeggiare nel buio come a dirmi... "Ehi, di che ti lamenti? Sei vivo, no!"
C'è chi dice che borbotto troppo... che sono sempre scontento e insoddisfatto... e in verità... qualcosa di vero c'è. Insofferente fino al midollo lo sono sempre stato. Mi mangio il fegato e lo sputo a pezzetti piccoli piccoli ma, sotto questa parvenza di rompipalle cronico, c'è una scorza di voglia di fare e di mettersi alla prova.
Ho cambiato vita ancora una volta... vi pare poco?
E non è finita qui...