venerdì 30 marzo 2012

DENTI DI CARTA


Domenica primo aprile inizio a lavorare in ristorante per una nuova stagione estiva.
Mi attendono 7 mesi intensi e totalizzanti.
Avrò poco tempo per fare altro.
Di solito non riesco a scrivere neanche una riga in questo lungo periodo.
A fatica curo il blog.
Mi limiterò a leggere e a metabolizzare storie e progetti (l'elaborazione mentale è importante e non si deve sminuirla nonostante la stanchezza e i mille ostacoli materiali).
Io leggo sempre tanto e lo farò anche questa volta.
Certo, a maggio mi scorderò Torino e la Fiera del Libro.
Sarebbe stato bello partecipare per conoscere "live" qualche amico virtuale e stringere qualche mano e qualche legame "interessante".
Il mio ebook uscirà proprio a ridosso di questo periodo faticoso e stressante.
A novembre ho sperato, ho pregato, ho implorato il destino che il mio romanzo non uscisse in aprile, per poterlo curare e promuovere come meritava nei lunghi mesi invernali senza lavoro.
Si vede che non ho sperato abbastanza, non ho pregato i santi giusti e non ho implorato il destino con la giusta convinzione.
Come una sfiga fantozziana uscirò PROPRIO ad aprile.
Se non è culo questo?
Ormai ci rido sopra.
Cosa altro posso fare?
Stamattina parlavo con un amico giornalista per organizzare delle recensioni con i giornali regionali.
Ho scoperto che la cosa non è così semplice.
Devi chiamare questo, devi chiamare quello...prova qui, prova là...ma sai non hanno molto tempo per leggere...invia un riassunto della storia...insisti...ma senza esagerare.
Insomma...un balletto della diplomazia.
Con il poco tempo che avrò a mia disposizione la vedo molto dura.
Tra i partecipanti al torneo che schifano gli ebook e non li leggono per motivazioni varie: "Ma vuoi mettere la carta!!! Ma vuoi mettere il piacere tattile, il profumo, il rapporto intimo che si crea...e bla-bla"...si si...tutto chiaro.
La solita manfrina.
Tra mamme, zie, nonne che non sanno neanche cos'è un ebook e non riescono a capire come potranno mai leggere un libro che non esiste.
Tra amici che non hanno carte di credito o post-pay e in estate leggono meno che con questo caldo, sai, la pressione scende (o sale, a seconda dei casi) e poi, al massimo, mi concendo la Gazzetta o un giallo poco impegnativo...prevedo che se riuscirò a vendere 100 copie potrò ritenermi soddisfatto e ubriacarmi per la gioia.
Poco importa il risparmio, poco importa la comodità di portarsi una libreria intera sempre dietro in borsa, poco importa l'aspetto ecologico.
Carta...carta...carta.
Abbiamo tutti bisogno di toccare le cose.
Altrimenti non sono nostre...non le possediamo.

Mi attendono mesi di spaghetti da porzionare e pesci da pulire...mesi di scazzi e sorrisi...mesi di pazienza infinita e sudore a catinelle.
Mi auguro di vedere la luce alla fine del tunnel...e che non sia il chiarore bluastro di un computer...ma l'aureola di un mega-super-altissimo-supremo-editore che mi sorride con i suoi 3500 denti!

ALIAS

mercoledì 28 marzo 2012

IL PRIMO PASSO DI UNA STORIA


Ho ricevuto dall'editor il file del mio romanzo dopo il lavoro di editing.
Ho iniziato a leggerlo per visionarlo e approvarlo.
Strana sensazione quella che provi quando scopri che il testo è stato (come potrei dire?) limato, smussato da mani e sensibilità invisibili.
Le tue parole sono state lette, interpretate e delle volte spostate, modificate o sistemate per rendere la lettura più chiara e scorrevole.
Andando avanti ti accorgi che sono state sacrificate delle frasi o eliminati dei particolari non strettamente funzionali all'evolversi della trama.
Insieme al file pdf ho ricevuto un altro file word con la specifica degli interventi più corposi. Ma leggerli nel testo, verificarli, notarli, "sentirli", ti fa provare delle emozioni diverse. 
Ti fa vivere quelle piccole variazioni sul tema.
Ho letto, segnato tutto quello che non andava dopo l'editing e fatto presente dei refusi superstiti (quelli non muoiono mai!) dei dubbi, delle incongruenze negli orari e altri piccoli particolari.
Ho riconsegnato il tutto e ora mi sento leggero.
Ora sono consapevole che non dipende più da me.
Il mio pupo, intitolato UN POSTO MOLTO LONTANO DA QUI, a metà aprile camminerà con le sue gambette e chissà dove potrà mai arrivare con il suo entusiasmo incontenibile!
E' stato bellissimo confrontarmi con professionisti che da sempre lavorano con i libri, le storie, le parole scritte. Ti accorgi che il testo che hai pensato nella solitudine della tua cameretta (io in realtà scrivo sul tavolo di cucina) vive anche senza di te. Nonostante te.
Sono felice per i miei amici-personaggi.
Sono felice per il destino che li attende dietro il primo angolo della strada digitale.
In futuro spero di arrivare alla carta.
Io ci credo.
Spero che dopo questa parentesi bellissima con Gems e IoScrittore, possa intraprendere un cammino vero, intenso e lungo con le mie storie.
C'è un editore in ascolto?
Io ci sono.
Battete un colpo!

ALIAS

martedì 27 marzo 2012

HORROR VACUI


Sono stato per anni un cultore del genere horror.
Passavo le notti a vedere un film dietro l'altro in compagnia di qualche amico insonne come me.
Si passava in videoteca e si noleggiavano le ultime novità e i classici intramontabili, si riempiva il frigo con qualsiasi genere di conforto e si colonizzava il divano in attesa di mostri, morti ammazzati e musica gela-vene. Non è facile trovare un complice giusto per la visione casalinga. Non tutti sanno sintonizzarsi con la situazione e godere il momento con il giusto rispetto.
Certi cattivoni mi hanno divertito più di altri.
Freddy Krueger su tutti.
Poi arrivavano Halloween, Venerdi 13, Scream, Hellraiser, Shinning e tante altre pellicole grondanti sangue e crudeltà.
Scoprire le foto di Federico Chiesa, che nel suo progetto Horror Vacui, ci mostra che fine hanno fatto i mostri della mia adolescenza, mi ha fatto sorridere e ripensare a quelle lunghe maratone innaffiate di birra e ingolfate di cibo spazzatura e sigarette.
I problemi economici, i limiti fisici, la pressa della quotidianità, la schiavitù dello schermo televisivo, il vizio del bere e del fumo, la solitudine, la vecchiaia...questi sono i veri orrori che hanno sconfitto i mostri invincibili e terribili di molti film.





Ditemi un po', c'è un film horror che ancora ricordate con un brivido di paura?

ALIAS

domenica 25 marzo 2012

BALLERINA TERAPEUTICA


Cosa può fare un uomo per aiutare e stimolare la compagna che ha un cancro al seno?
Bob Carey ha pensato di indossare un tutu rosa per iniziare a ridere di se stessi, delle proprie paure e delle proprie manie, e si è autoritratto in tanti scatti ironici, divertenti e provocatori, per raccontare il mondo attraverso un corpo tenero e peloso che si confronta con tante realtà e situazioni. Foto che, nate per gioco, hanno saputo lenire e sdrammatizzare le bizze della vita , imprevedibile, scivolosa e tenace.







Lo scorso autunno Bob Carey ha deciso di auto-pubblicare i suoi autoritratti in Ballerina, destinando i proventi del libro alle organizzazioni che si occupano di quel cancro al seno sconfitto per due volte da sua moglie, anche grazie all’amore del suo compagno con un tutù sempre pronto a strapparle un sorriso. Con l’ambizioso obiettivo di raccogliere $ 75.000 Bob invita quindi tutti a partecipare al coraggioso e delizioso progetto, approfittando dei contributi e delle sponsorizzazioni che ha previsto, trovate on line, e siete invitati a diffondere e/o prendere in considerazione.







Un progetto folle, tenero, delicato e poetico.
Chi non ha fatto lo scemo, chi non si è inventato qualcosa di buffo, una sorpresa inattesa, pur di far sorridere un persona che si ama e non si vuol veder soffrire?
Credo che l'ironia sia un'arma vincente per ridere della vita e sfotterla un po' perché non si prenda troppo sul serio.
Ci ho pensato anche ieri sera.
Ma questa è un'altra storia.

ALIAS

sabato 24 marzo 2012

IL LATO OSCURO DEL TELEFONO


E' da un po' di giorni che vengo svegliato da telefonate fastidiose e inopportune.
Un giorno è il centralino della Wind che mi promette sconti favolosi, il giorno dopo la Tim con strabilianti proposte commerciali, quello dopo ancora Tele2 con un'offerta che non posso in nessun modo rifiutare. Ho incominciato a guardare con odio la cornetta tutte le volte che il telefono squilla.
"E ora che tiritera promozionale mi devo sorbire?" mi chiedo sempre.
I telefonisti partono a raffica dopo il "pronto" ed è impossibile interagire con loro anche quando sei di fretta e la casa brucia per un'esplosione improvvisa.
Quando finalmente arriva il momento del consenso ti limiti a dire: "No!"
E loro proseguono: "Posso sapere gentilmente come mai (brutto pirla che non sei altro, fammi chiudere il contratto che non sono precario a caso e cerco di guadagnarmi la pagnotta) non è interessato alla nostra offerta commerciale?"
E tu rispondi con le solite frasi di circostanza: "Soffro di attacchi di panico...la prego...non mi metta alle strette o sbarello e devo prendere un altro tranquillante!".
A volte rispondo in modo più drastico.
Se è un uomo ci provo così lo terrorizzo.
Se è una donna stimolo il suo lato più sensibile.
"Mi scusi non è il momento. Nell'altra stanza c'è la veglia funebre per mia madre, nonna, sorella, nipotina...". Opzione a scelta.
La telefonista esclama un "Ops" di circostanza e mi fa le sue condoglianze.
"Richiamo in un altro momento, allora?" mi chiede.
E io rispondo: "Non prima del trigesimo, grazie."

Ieri mattina, appena tornato da fare la spesa, stavo impostando il sugo per la cena della sera quando squilla il telefono.
Mmmm...mi asciugo le mani sul grembiule e corro a rispondere, già prevenuto e infastidito.

"Pronto...sono L.S. da IoScrittore...buongiorno!"
Noooooooooooo...incredible...sono LORO!
"Non ci posso credere. Conosco finalmente la leggendaria L.S.!" esordisco io.
L. ride.
"Guarda ti dico subito che da parte mia ti do del tu." dico io.
"E allora io mi adeguo" risponde lei.
"Sono davvero contento. Mi hai trovato in un momento creativo. Preparo il ragù!"
L. ride.
Mi spiega un po' di cose. Tra breve riceverò il file editato per l'ultima verifica. Devo leggerlo e vedere se va tutto bene. Nel caso ci fossero delle cose da cambiare e rivedere devo indicarle alla mia editor di riferimento il prima possibile. Si esce a metà aprile.
"Ma senti...come mai non mi avete scelto per il cartaceo? Ora puoi dirmelo..." faccio io.
L. ride.
"Me lo chiedono tutti. Ma mica dipende da me."
"No, perché sai, tralasciando il mio, ho letto diversi ebook e alcuni meritano il cartaceo (faccio alcuni nomi e alcuni titoli)".
L. concorda con me e mi dice che non si può mai sapere che percorso segue una storia.
Vedi Pasini.
Ridiamo ancora un po', scherziamo, chiedo altre informazioni tecniche e ci salutiamo.
Torno al mio ragù volteggiando per la cucina come Cenerentola.
Mancavano solo i topolini e gli uccellini che cantavano in coro uno stornello fiabesco.
Il buonumore mi è rimasto per tutta la giornata.
Il ragù mi è venuto DIVINO e per un giorno intero ho pensato che la vita è meravigliosa.
Effetti collaterali post chiamata editor.

Morale della favola: non importa per quale motivo suoni il telefono di casa, vale sempre la pena rispondere. Al massimo vi inventate qualche scusa divertente e vi liberate del telefonista di turno.
Ovviamente con tutto il rispetto per i precari.

ALIAS

venerdì 23 marzo 2012

MAGNIFICA PRESENZA


Ho un debole per il cinema di Ferzan Ozpetek.
Quando esce un suo nuovo film corro sempre a vederlo.
Alcune sue pellicole rimangono tra i film più belli che ho visto nella mia vita.
Vedi LE FATE IGNORANTI e IL BAGNO TURCO.
Il rituale è stato rispettato anche ieri sera con la nuova creatura appena arrivata nelle sale.
Dopo la visione del trailer in TV le antenne non hanno iniziato a vibrare come mi succede di solito.
Colpa del montaggio poco incisivo e interessante del trailer?




L'idea di un aspirante attore (Pietro) che arriva dalla sud per cercare fortuna e con l'aiuto della cugina (una travolgente Paola Minaccioni) trova una vecchia casa a un prezzo incredibile al centro di Roma, è già un inizio curioso e straniante conoscendo il mercato immobiliare della Capitale.
Cosa nasconde quella casa? Perché la precedente inquilina sembra terrorizzata quando, durante il sopralluogo di Pietro con la cugina per vedere la casa, passa a ritirare tutta agitata le sue cose?
Pietro è un ragazzo metodico, ossessionato dall'ordine, leggermente stralunato. Lavora in una pasticceria di notte e prepara cornetti. Parla a i suoi colleghi extra-comunitari che non gli rispondono mai. Vive nel ricordo di un ragazzo che ha incontrato anni prima. Lo tempesta di messaggi, regali, inviti. Non vede l'ora che possa visitare la nuova casa. Pietro è gay. Un tema ricorrente nel cinema di Ferzan. Ma tolta la meravigliosa scena dell'invito a cena del suo amato e qualche sguardo incuriosito con un vicino di casa, tutto resta ai margini della narrazione.
Lo dice lo stesso Pietro alla cugina: "Non riesco a essere gay, figurati se riesco a essere eterosessuale!".
Pietro inizia a pulire la casa, sistemarla e decorarla.
E' felice. Quasi stenta a credere che quella vecchia casa degli anni '30 sia tutta a sua disposizione.
Il sogno si infragerò presto.
Già durante la prima notte scopre il motivo del prezzo così basso dell'affitto.
La casa non è vuota.
E' occupata da una compagnia teatrale di 8 elementi.
Sono prigionieri in quella casa.
Sono fantasmi...ma non sanno di esserlo.
Un omaggio a Pirandello e ai suoi "Sei personaggi in cerca d'autore".
Pietro all'inzio si spaventa, cerca di reagire, poi, lentamente, prende confidenza con le nuove presenze e un certo senso si fa adottare da quella strana famiglia allargata per vincere la solitudine e l'ermaginazione.
Ecco un altro tema del cinema di Ferzan: la famiglia formata dagli amici e le persone care, e non sempre dai famigliari; la condivisione di uno spazio e un sogno, la complicità.
Anche raccontando il rapporto tra Pietro e i fantasmi ci sono momenti intensi e delicati.
I consigli degli attori per il provino di Pietro (una delle scene più belle!) e la scena dove lo scrittore della compagnia spia Pietro nel sonno e lo annusa incuriosito.
Il film scorre seguendo mille stimoli e hai la netta impressione che qualcosa non torni.
Personalmente ho trovato "distraenti" i volti di Margherita Buy e Beppe Fiorello.
Avrei preferito dei volti meno noti per rendere l'empatia più completa.
La prima me la immaginavo nei suoi ruoli moderni, nervosi e problematici, e non riuscivo ad digerire l'immagine dell'attrice anni '30 con i capelli biondi e un elegante vestito di lamè.
Il secondo lo rivedevo nelle tante fiction e nelle tante comparsate televisive.
Forse è un mio limite...ma in qualche modo la loro presenza strideva ed era poco magnifica (non per la qualità della recitazione...ma per la centratura fisica con il personaggio messo in scena).
Idem per l'apparizione di Drusilla Foer.
Troppo televisiva e stereotipata per non suonare falsa.
Un'altra scena che mi ha lasciato più di un dubbio è l'antro dove una folta schiera di trans (vedi laboratori clandestini cinesi) lavora china sulle macchine da cucire producendo cappelli per la Badessa, interpretata da un altro personaggio televisivo: Platinette.
La Badessa aiuterà Pietro a rintracciare l'attrice che gli attori prigionieri nella sua casa gli chiedono di trovare con insistenza, e da questo incontro con l'anziana attice della compagnia (interpretata da Anna Proclemer) nascerà lo svelamento del mistero.


Bella la scena finale.
Poetica ed evocativa...ma scarsamente sfruttata dal regista.
Insomma, il film di Ferzan è ambizioso e complesso, ma si perde in una miriade di spunti narrativi che non porta mai a un reale compimento.
L'emozione manca.
Esci dal cinema pieno...ma non sazio.
Come se qualcosa non ti fosse stato detto.
Come se un segreto si nascondesse ancora tra le scene tagliate dal regista.
Un film comunque da vedere, gustare e centellinare, in attesa di pellicole più dense ed emozionati.


ALIAS

mercoledì 21 marzo 2012

ROBA DA MATTI


Questa sera ho visto un docu-film che mi ha colpito moltissimo.
Non sapevo della proiezione. E' stato un amico ad avvisarmi. Mi sono presentato in sala con un'idea precisa di cosa stavo per vedere. Solo ieri mi era capitato di vedere un servizio al Tg Regionale che parlava proprio di questo film. La curiosità era tanta. Un film che racconta la vita all'interno di una "CasaMatta" che accoglie otto persone con problemi psichici, seguendoli, curandoli, coccolandoli e facendogli vivere un'esistenza "normale". Seguendo le teorie di Basaglia che pensava a luoghi di cura aperti, dove il "malato" non è prigioniero, costretto, sedato, controllato, ma vive in una casa vera e propria dove può sentirsi sereno, sicuro e accettato dalle persone che lo seguono e lo assistono. Esattamente come in una vera famiglia, con una stanza, degli spazi, degli oggetti personali, dei ritmi, delle abitudini. "Malati" che possono uscire all'esterno e vivere il quartiere in tutta tranquillità. 
Il film di Enrico Pitzianti racconta la vita all'interno della CasaMatta e le peripezie della cordinatrice Gisella Trincas per evitare la chiusura della struttura, e lo fa con un tocco leggero, discreto che riesce a svelare un mondo complesso, difficile, tenero e ricco di momenti di grande ilarità. Si piange e si ride molto. Alcune scene sono coltelli nel cuore e altre piume sotto il naso. Davvero un bel momento di confronto e conoscenza. Interessante anche il breve dibattito con il regista.
Ho preso coraggio e ho fatto una domanda evitando di guardare il folto pubblico alle mie spalle.
Il film verrà distribuito molto presto in tutta la penisola.
Vi consiglio di correre al cinema per vedere questo piccolo, incredibile gioiello di gioia e umanità. Non vi pentirete della scelta.
Alcune date già segnalate nel sito: domani il film verrà proiettato a Sassari al Cinema Moderno. Venerdì sarà a Nuoro al Teatro Eliseo.

ROMA - dal 20 al 26 aprile:
“Film Studio” (regolare programmazione)

MILANO - dal 20 al 26 aprile:
Cinema “Palestrina” (regolare programmazione)





Nel 1990, in occasione del decennale della morte di Franco Basaglia, con l’A.SA.R.P. (associazione sarda per l’attuazione della riforma psichiatrica) organizzò a Cagliari una Manifestazione Culturale di tre giorni dal titolo “Abbiamo un Sogno”. Dibattiti, mostre, rappresentazioni teatrali, musica e danza che pongono al centro del dibattito pubblico la grave situazione della psichiatria in Sardegna e la necessità che si realizzino le strutture alternative indicate dalla Legge di Riforma Psichiatrica n°180. Ero stremata, non riuscivo a trovare una soluzione alla condizione di mia sorella maggiore, ero stanca di vederla andare da un luogo all'altro, senza un progetto, senza la prospettiva di poter avere un posto suo, un luogo dove poter aspirare a vivere una vita normale. Dall’esigenza mia e di mia sorella Paola nasce il progetto di poter offrire a nostra sorella e ad altri soci dell’Associazione, una possibilità di vita che non li vedesse esclusi o istituzionalizzati. Così, in occasione del 1° Convegno Internazionale organizzato dal Coordinamento Nazionale delle Associazioni dei Familiari e dalla Fondazione Basaglia, decisi di lanciare la Campagna nazionale di raccolta fondi per la realizzazione del Sogno: una casa da vivere insieme. Ci vollero quattro anni per raccogliere i fondi necessari alle prime spese e per trovare la casa giusta. Finalmente nel gennaio del 1995, grazie all’impegno e alla solidarietà di tanti, “Casamatta” diventa una realtà.
Nella casa abitano otto persone che vivono l’esperienza della sofferenza mentale (sei donne e due maschi) in cura presso i servizi territoriali di salute mentale. Per ognuno di loro vi è una convenzione con il Comune di appartenenza, e la retta, attualmente, è di circa 46 euro al giorno. Le persone più penalizzate da questa esigua disponibilità finanziaria sono gli operatori che hanno scelto di impegnarsi, con sensibilità e determinazione, a portare avanti un progetto di fondamentale importanza per la vita delle persone che quotidianamente, 24 ore su 24, sostengono. La Casa, in questi 17 anni di vita, non ha mai avuto l’autorizzazione definitiva al funzionamento perché è una casa normale di civile abitazione con le scale; questo impedisce di poter accedere alla retta intera di circa 80 euro. Si tratta di una struttura di tipo socio-assistenziale che porta avanti un progetto di riabilitazione psico-sociale importante e con evidenti risultati.
Il problema è quindi quello di intervenire sulla struttura per abbattere le barriere architettoniche ma la casa non è in affitto ed il proprietario non vuole rinnovare il contratto in scadenza. E non ci resta che lasciare la casa! 

Il nostro sogno, familiari, residenti e operatori di Casamatta, è quello di poterci fare costruire la casa giusta in cui ritrovare l’atmosfera che il dott. Aldo Lotta ha espresso in queste poche righe “La dimensione familiare è quello che, nella realtà della Casamatta, ho sempre apprezzato. Sicuro che le persone con cui condividevo i pochi minuti della visita sarebbero poi tornate in un ambiente in cui tutto, dagli ospiti agli operatori, alla struttura architettonica, al mobilio, ai tempi e modi della quotidianità, rimandassero al calore familiare” -  
           
Gisella Trincas


Una bellissima sorpresa!

ALIAS 

venerdì 16 marzo 2012

RELAX


Il primo aprile (bello scherzetto, eh?) inizierò la stagione estiva in ristorante.
Sette mesi di ritmi frenetici e duro lavoro per tenere a galla il bastimento.
Il conto in banca langue e le spese non diminuiscono.
Ogni bolletta, ogni rata di mutuo, ogni pieno di benzina...sono colpi al cuore e al fegato.
Per questo stress futuro che mi aspetta dietro l'angolo ho deciso di regalarmi un week-end alle terme per rilassarmi e prendermi un po' cura della mia povera carcassa.
Non sono mai stato alle terme.
Ho sentito meraviglie da tutte le persone che hanno goduto già di un soggiorno in queste strutture pensate per il riposo e il relax.
Parto oggi, proprio il giorno in cui dovrei ricevere gli incipit dei romanzi da leggere e giudicare per il Torneo di Gems.
E vabbè...ci penserò lunedì al mio ritorno.
Per 3 giorni stacco la spina e non penso a niente.

ALIAS

mercoledì 14 marzo 2012

ROVINARSI CRESCENDO DAY


Partecipo anche io all'iniziativa proposta da BimboVerde pubblicando una mia foto "GIOVANILE".

Eheheh...

Ma com'ero caruccio!

ALIAS

martedì 13 marzo 2012

PICCOLI CANI RITORNANO


FRANKENWEENIE è il nuovo film animato di Tim Burton e uscirà nelle sale italiane nell'autunno del 2012. Una pellicola in bianco e nero che si avvale degli effetti speciali in 3D così tanto di moda negli ultimi anni e già sperimentati dal regista nel film "Alice in Wonderland".
Il film racconta la storia di un ragazzino di nome Victor distrutto dalla morte del suo adorato cane, che ispirato da una lezione di scienze decide di riportarlo in vita sfruttando il potere dell'elettricità.
Il film è un omaggio esplicito al mito letterario e cinematografico di Frankenstein e prende ispirazione da un cortometraggio girato nel 1984 dallo stesso regista.
In questo lavoro giovanile si possono notare già tutta l'estetica, la poetica e i temi che caratterizzeranno i film successivi di Tim Burton.


E di seguito vi posto il cortometraggio del 1984 che ho trovato delizioso.




Un piccolo gioiello.

ALIAS

domenica 11 marzo 2012

VOGLIE INFANTILI


Non ho figli.
E in un certo senso posso dire che i miei non-figli sono fortunati a non avere un padre come me.
Non ho uno spiccato spirito paterno.
I bambini li guardo con diffidenza e non so mai esattamente come pormi nei confronti di questi strani esserini tutto occhi che ti sparano raffiche di domande a cui non sai mai come rispondere.
Li osservo con curiosità e mi accontento dei figli dei miei amici e dei vari nipoti partoriti dalle mie pazze sorelle.
Non ho neanche un cane.
E in un certo senso posso dire che il mio non-cane è fortunato a non avere un padrone lunatico e insofferente come me.
Non ho un cuore così malleabile.
Mi stufo subito.
Odio l'idea di uscire per portare un amico a 4 zampe a fare i bisogni.
Odio l'idea dei peli sul divano, delle crocchette sul tappeto del bagno e delle uscite controllate dagli umori canini.
A volte provo a immaginarmi con un cane e altre con un bimbo tutto mio.
Sono solo attimi.
Proiezioni fantastiche da cui mi riprendo alla velocità della luce.
Il mio è un sano egoismo che non finge di essere altro.
Però...certi video...stimolano la fantasia.


Vorrei fare un figlio solo per poter realizzare un video così bello!

Ok, ok...non lo dico più!
I miei pupi restano i miei romanzi.
Non russano, non cagano, non fanno domande e non scodinzolano.
Vuoi mettere?

ALIAS

P.S.- si avvertono i lettori e le lettrici (soprattuto le lettrici) che il cinismo del post che avete appena finito di leggere è tutta una posa.
O quasi...

sabato 10 marzo 2012

FORCHETTE SNELLE

L'unico modo per dimagrire è diminuire l'introduzione di cibo e muovere il culo dalla sedia.
Chi vi dice che ha le ossa grosse o il metabolismo lento vi racconta solo le solite scuse per giustificare un rapporto malato con il cibo.
Spesso il cibo diventa il consolatore ideale per coprire mancanze di altro genere.
Lo so.
Tutti ci siamo consolati e fatti male con uso scorretto della forchetta.
Io sono vittima del mio peso da tempo.
E più passa il tempo, più vivo male questo scompenso fisico e psicologico.
Me lo dicono i medici, me lo dice mia madre, me lo dicono amici e conoscenti.
Io ho l'impressione di non essere grasso finché non mi vedo riflesso in uno specchio.
Allora mi spavento e distolgo lo sguardo.
Per questo non mi piace andare al mare o iscrivermi in piscina.
Per questo non mi piace girare per negozi d'abbigliamento a farmi mortificare da taglie impossibili e commesse stronze.
Per questo corro e cerco di consumare calorie.
Eppure il mio corpo sembra fregarsene di tutto.
Lui resta quello che è e non c'è verso di farlo cambiare.
Ho comprato l'altro giorno il bestseller del dietologo Dukan.
Ho iniziato a leggerlo.
Vedremo se questa volta riuscirò a fregare il mio involucro invadente.
Una dieta a base di proteine con 4 fasi che servono a rendere duraturo l'effetto del regime alimentare.
Tornerò snello come un tempo?

ALIAS

mercoledì 7 marzo 2012

I BAMBINI E LA CAMORRA


Dopo il libro culto "Gomorra" di Roberto Saviano è complicato parlare di camorra in modo nuovo e originale. Tutto rischia di sembrare vecchio, datato e già "sentito". Siamo invasi da fiction che raccontano il lato oscuro della società: Mafia, camorra, banda della Magliana, banda della Uno Bianca, Piovra, Falcone, Borsellino. Sotto questo fuoco incrociato di morti, vendette e silenzi mi chiedo se ci sia un modo diverso per rappresentare una realtà complessa e articolata come quella della malavita, all'interno di un romanzo che non sia pensato come un libro-inchiesta.
Ho chiesto questo e altro a GIUSEPPE MAROTTA, autore di uno splendido romanzo intitolato I BAMBINI OSSERVANO MUTI LE GIOSTRE DEI GRANDI, arrivato tra i 30 finalisti del Torneo IoScrittore di Gems.


Com’è nata l’idea di un romanzo che racconta la camorra attraverso gli occhi di un bambino?
     L’idea di raccontare la realtà dal punto di vista di un bambino mi ha sempre affascinato. Sono stato folgorato dal Giovane Holden e credo di non essermi ancora ripreso. Per quanto riguarda il mio romanzo, l’idea è nata guardando “Certi Bambini” dei fratelli Frazzi, tratto dall’omonimo romanzo di Diego de Silva. Mentre guardavo quel film, in cui il bambino protagonista viene assoldato per diventare un killer della camorra, mi sono chiesto se poteva esserci un percorso diverso per un bambino che nasceva in un contesto contaminato come quello camorristico, e così è nato Remì: il protagonista del mio romanzo. Remì è la voce critica all’interno di una famiglia di camorristi.
2- Come lavori sul carattere dei tuoi personaggi? Ti sei ispirato a persone reali?
       In genere riproduco personaggi che, nel bene o nel male, mi affascinano. Per lo più sono personaggi reali. Zio Geggè ad esempio, è un personaggio che ho ritrovato tante volte, in tante persone, nelle zone in cui sono nato. Esistono tanti zio Geggè con sfaccettature diverse, io ho cercato di creare un personaggio che un po’ le contenesse tutte.
3- La realtà supera la fantasia? Leggendo il tuo libro in più di un passaggio viene questo dubbio.
   Io non ho dubbi che la realtà superi la fantasia. Molte cose che ho raccontato nel mio romanzo sono    accadute e continuano ad accadere a Napoli come altrove. Una sera di tanti anni fa, in Calabria, decapitarono un ragazzo e, con la testa, i suoi killer giocarono a calcio nella piazza del paese.  
4- La tua passione per la scrittura quando nasce e dove e quando ami scrivere?
      Credo sia nata durante le scuole elementari, scrivevo temi chilometrici.
Scrivo in taverna, di sera, su un tavolo ikea, anche se amerei farlo di mattina.
Durante il giorno prendo per lo più appunti su pezzi di carta che infilo poi nelle tasche: di sera le svuoto sulla scrivania.
5- Dopo un libro importante come quello di Saviano (Gomorra) si può ancora scrivere storie di camorra per aggiungere qualcosa in più?
   Si devono scrivere storie di camorra. Saviano ha tracciato il perimetro, ha indicato il percorso. Tutti gli altri dovrebbero continuare a raccontare storie di camorra per far sì che questo perimetro, tracciato da Saviano, sia sempre più visibile. In molti lo fanno e sono bravi. Uno tra tanti: Sergio Nazzaro, da leggere il suo “io, per fortuna c’ho la camorra” Fazi editore.
6- Chi è lontano da certe realtà geografiche potrebbe storcere il naso davanti a certi passaggi e certi rituali. Hai cercato di veicolare il messaggio o hai scritto d’impulso?
Ho scritto d’impulso, cercando di veicolare un messaggio di speranza: nulla è perduto se ci si pente.
7- La tua prima memoria culturale?
    Il treno del sole” di Renée Reggiani. Era un libro di narrativa che ci era stato assegnato in terza media. Raccontava di una ragazzina che emigrava con la sua famiglia da Agrigento a Torino nei primi anni settanta. Leggendolo capii che scrivere poteva essere interessante.
8-      Biografia in una playlist?
Futura, Anna e Marco di Lucio Dalla
Alice e Leva calcistica classe 68 di Francesco De Gregori
Ogni volta e Liberi Liberi di Vasco Rossi
La vita è adesso e Tamburi Lontani di Claudio Baglioni
Per gli stranieri non saprei dirti i titoli delle canzoni, ma posso citarti i gruppi nell’ordine cronologico di quando li ho sentiti per la prima volta e mi sono piaciuti: Prefab Sprout, Simply Red, ColdPlay.
9- Cosa stai leggendo in questo momento?
    Ho appena finito “Venti corpi nella neve” del nostro Giuliano Pasini, di cui scriverò sul mio blog. Ora sono alle prese con “La storia di un matrimonio” di Andrew Sean Greer. Non ho mai letto nulla di lui. L’ho comprato al supermercato. Sono stato attratto dal titolo.
10- Mai compiuto illegalità nel nome della cultura?
     Una volta per distrazione ho portato via un libro che ho trovato in una camera d’albergo.
11 – Cosa ti fa paura?
       Il pregiudizio
      12- Cosa odi e ami della tua città?
      Dove vivo adesso, in provincia di Varese, odio il cielo grigio quando sembra sul punto di piovere, ma poi non piove. Amo il boschetto davanti casa mia.
13-  Luoghi comuni sulla Camorra?
      “Tanto si ammazzano tra di loro”“La Camorra da lavoro”
      14- La frase-scusa preferita?
           “Non me la sento”
      15- A 13 anni cosa volevi fare?
           Il chirurgo.             
16- Hai il potere assoluto per un giorno. La prima cosa che fai?
         Elimino la fame nel mondo.
17- Se la tua vita fosse un film chi sarebbe il regista?
     Indeciso tra Scorsese e Woody Allen
18- Come spiegheresti a un bambino la parola: felicità?
      Gli direi che è un po’ come quando suona la campanella che annuncia la fine dell’ultimo giorno di scuola. Avrai giornate piene di libertà.
      19- Cosa conta più dell’amore?
           La salute   
20- La tua casa brucia. Cosa salvi?
    Le chiavi dell’auto, la mia compagna, i suoi due figli e qualche cuscino.
      21- Se ti dico Italia…cos’è la prima cosa che ti viene in mente?
           Mino Reitano che canta “Italia, Italia.”
22- La volta che hai riso di più?
     La prima volta in viaggio con la mia compagna: due minuti per montare una tenda, due ore per rimetterla a posto.
23- Una cosa che non hai mai capito della gente?
       Quando litigano per questioni di principio.
24- Una cosa che volevi e non hai avuto?
      Una motocicletta, ma non è detto che prima o poi non me la compri.
      25- Un consiglio che non hai dimenticato? 
        Se non hai nulla da dire, taci. Letta in un libro di Montanelli, alcuni anni fa.      
      26- Come valuti la tua esperienza al Torneo di Gems?
         Stimolante. Per la prima volta un mio romanzo è finito in mani serie.
27- Cosa guardi in tv e cosa odi della tv?
     Guardo qualche telegiornale. Spesso, Invasioni barbariche e quando capita, Che tempo che fa. Odio i reality.
29- Una frase che ti rappresenti?  
Tutto è relativo
30 – Quanto conta il sesso nella vita?
       Aria, Acqua, Terra, Fuoco, Sesso. Il quinto elemento primario.
      31 – Il senso più importante?  
Il tatto, perché entri in relazione con le cose, con le persone. E’ comunicazione.
32- Il cartone animato più amato da bambino? 
Napo Orso Capo, Willy il Coyote e Orso Yoghi.
      33 – Cosa c’è sempre nel tuo frigo? 
Prosciutto crudo e mozzarella
 34 – Una cosa stupida che non riesci a smettere di fare? 
Curiosare sul forum di Io Scrittore. Dove spesso si parla di tutto tranne che di scrittura. Ma in fondo anche quella roba lì è letteratura.
35 –Icone moderne?  
Lady Gaga e i tatuaggi.
      36 – Il vero lusso è?
Fare cose che ti piacciono
37 – Progetti futuri?  
Lavorare meno, scrivere e leggere di più
38 – Chi inviteresti alla cena dei tuoi sogni? Tre nomi.  
Woody Allen, Massimo Troisi, Robert De Niro
40 – Se alzi gli occhi al cielo a cosa pensi?   
Ai miei genitori e a mio fratello.
***
Grazie Giuseppe per le tue gentili risposte. Scoprire che dietro un libro si nasconde una bella persona è una piccola gioia da non sottovalutare. Vi consiglio vivamente la lettura di questo romanzo. I personaggi che lo animano resteranno impressi nella vostra memoria a lungo.
ALIAS