martedì 31 maggio 2011

RIVELAZIONE


Ieri, durante il servizio, mi è capitata una cosa particolare.
Una piccola illuminazione che ha fatto girare le rotelle del mio cervello imploso per tutto il giorno.
Io non so mai dove mi portano certe piccole rivelazioni.
Stavo chiedendo a una coppia di inglesi se gradivano un dessert o un caffé alla fine del pranzo.
Dopo la loro risposta negativa (stavano bene così) ho preso il cestino del pane al centro tavola per portarlo via e un pezzo di pane carasau (pane in sfoglia) si è impigliato sui petali dei fiori (veri) nel vasetto decorativo, sfilandone due e facendoli cadere sul pavimento.
Mi sono inchinato per raccoglierli e li ho risistemati nel vasetto.
La signora, guardando la scena, ridendo esclama: "Jumping Flowers!"
Non so perchè, questo commento improvvisato, mi ha colpito come un pugno in piena faccia.
L'inglese, molto spesso, con una sintesi perfetta e musicale, sa creare un'immagine che dice già tutto.

Un piccolo film.

Una rivelazione...appunto!

Babel

lunedì 30 maggio 2011

QUELLO CHE NON VOGLIO FARE


C'è una classifica dei lavori che non vorreste mai fare?

Piccolo salto indietro.

Oggi, domenica, ho lavorato solo a pranzo
(come sempre scrivo passata la mezzanotte!)
Giornata splendida che urlava MARE e SOLE.
Eppure c'è gente strana che con una giornata così, invece di raggiungere la prima spiaggia libera e buttarsi tra le onde, preferisce chiudersi in un ristorante per mangiare.
Ho iniziato il turno alle 10 e non mi sono fermato fino alle 16 (saltata anche la pausa pranzo!)

In città c'è un moto raduno e in sala ha prenotato una tavolata di giudici di gara con le rispettive consorti.
Hanno mangiato, bevuto e dopo ore di sosta ai "box", non avevano nessuna voglia di andare altrove per continuare la conversaione INTERESSANTISSIMA!
Ci mancava solo che con i colleghi iniziassimo a ballare la macumba per fargli capire che aspettavamo solo che si decidessero ad alzare i loro culi sazi da tavola per cambiarci e andare via.
Mentre ritiravo le sedie dalla terrazza, uno dei giudici si è alzato e accendendosi una sigaretta sulla porta (ma non vedi che devo passare con le sedie impilate?) mi fa: "Ragazzi, fatte un lavoro che io non farei mai!"
Ed io: "A chi lo dice!"
E lui: "Dare retta a tutta la gente che viene a mangiare...troppo faticoso."
Ed io (penso): "Era necessario che sparassi un bengala sul soffitto per capire che era ora di cambiare aria? Con tutti i bar che ci sono sulle vecchie mura, davanti al mare, proprio qui te ne devi stare a parlare della tua vita dal primo vagito all'ultimo stronzo che hai cacato questa mattina?"
E si...noi camerieri, a fine turno, siamo capaci di pensare le peggiori nefandezze.

Però, l'affermazione del cliente, si è sedimentata dentro la mia testa e mi sono chiesto più di una volta, a naso, che lavoro non vorrei mai fare nella vita.

L'autista e il camionista: odio guidare.
Il rappresentante e l'agente immobiliare: odio guidare.
Il becchino: odio guidare.
Il corriere: odio guidare.
Il poliziotto e il postino: odio guidare.
Ecco, vorrei fare un lavoro dove le 4 ruote non sono contemplate.
Ve ne viene in mente qualcuno, a parte lo scrittore di successo, ovviamente?

Babel

sabato 28 maggio 2011

L'ASSASSINO NEI TUOI OCCHI


Siamo stati invasi e inquinati da lunghi mesi dalla storia di Sarah Scazzi e dalle mille versioni di suo zio Michele. Siamo stati frullati dalla infinite interviste di Sabrina e della sorella in tutti i salotti televisivi. Abbiamo ascoltato le loro parole e visto le loro lacrime. Il padre, quel padre semplice e silenzioso, lo rinnegavano con una netta presa di posizione contro l'orrore, gli auguravano di scontare fino all'ultima goccia di pena nel più assouluto abbandono, anche famigliare e poi, poi è arrivato l'arresto di Sabrina e la giostra mediatica ha iniziato a girare impazzita su un asse incomprensibile.
Ancora non è finita.
Ora è toccato alla madre Cosima Serrano.
Alla sorella maggiore di Concetta, madre della vittima, che in tv dichiara, sull'uscio di casa, semi-nascosta dal battente e da una tenda scivolosa, che la sorella non poteva non sapere niente, che Sarah, sicuramente, si è difesa, ha urlato, si è dimenata, e spera che finalmente parli, racconti tutto quello che sa, perchè qualcosa la sa di sicuro.
In questa storia non c'è nulla di buono, sano, edificante.
Solo squallida marginalità e una triste deriva morale.
Non so Sarah com'è morta e chi ha commesso il terribile delitto e per quali disumane motivazioni.
Però, quello che mi ha lasciato basito e senza parole, è stato vedere la folla fuori dalla casa dei Misseri urlare insulti e un coro di "ASSASSINA" contro Cosima che veniva tradotta in carcere con la sua solita espressione attonita e assente. Quasi triste, rassegnata.
Ho trovato la scena orribile.
Mi chiedo quanto tempo manchi al forcone e alla corda sul primo albero disponibile.
Mi chiedo cosa spinge dei comuni cittadini a radunarsi fuori da una casa per insultare una donna che vive un dramma più grande di lei, condannandola alla forca, umana e divina, a prescindere dagli esiti dell'indagine.

Pessima Italia.

Pessima.

Babel  

venerdì 27 maggio 2011

TRANCI D'ETA'


Il lavoro mi ruba tutto il tempo e l'energia.
Chi lavora nell'ambiente della ristorazione sa benissimo di cosa parlo.
Vorrei fare tante cose e invece mi limito a eseguire il minimo indispensabile.
Non riesco a scrivere nulla di nuovo.
A malapena riesco a leggere e a seguire i blog dei miei amici.
L'altro giorno, nel mio giorno di riposo che rimane sempre il "martedì", ho cercato di fare un po' di spesa per non essere schiavo del frigo vuoto.
In macelleria la radio trasmetteva a tutto volume "Maledetta primavera" di Loretta Goggi.
Senza rendermene conto ho iniziato a cantarla.
La macellaia, dietro il bancone, ferma con il coltello insaguinato in mano, mi fa: "Non posso crederci! Conosci questa canzone?"
Ed io, divertito dalla domanda, rispondo: "La mia età mi concede certi privilegi!"
E la macellaia: "Ma perchè, quanti anni hai?"
Ed io: "Quarantaquattro a luglio."
Ho visto la sua faccia perplessa.
Mi ha tagliato e preparato i petti di pollo e poi, alla cassa, mentre mi batteva lo scontrino, continuava a guardarmi incredula e a ripetermi...NON CI POSSO CREDERE!

Sono uscito dal negozio con il sorriso stampato sulle labbra, e non per il complimento indiretto della mia bionda dispensatrice di proteine, ma per quel maledetto motivetto che mi faceva vibrare il cuore di allegria e ricordi.

"Che fretta c'era...maledetta come me!"

Babel

martedì 24 maggio 2011

INGORGO


Oggi (lunedì 23) davanti al ristorante si è svolta una scena che mi ha fatto pensare a un mix di Tarantino e Woody Allen.
Una coppia su una Ka bianca frena quando vede (miracolo!) un parcheggio, fa marcia indietro per iniziare la manovra e tampona, o viene tamponata, dalla macchina che sopraggiunge, guidata da un uomo di mezza età.
I guidatori escono dalle macchine e iniziano le accuse reciproche e le versioni divergenti dei fatti.
Il guidatore della Ka è napoletano e si attacca subito al telefono per chiamare i vigili.
La moglie scende dalla macchina con il cane e si mette da parte senza intervenire nella disputa verbale.
Il marito non vuole spostare la macchina finché non arriveranno i vigili e in breve tempo si forma una fila di macchine che iniziano a strombazzare per sbloccare l'ingorgo.
Ancora non sanno cosa succede.
Il danno è minimo.
Un graffio al paraurti.
Una situazione che si può risolvere con un accordo amichevole.
Ma non c'è nulla da fare.
Il guidatore della Ka persiste nella sua convizione: IO DA QUI NON MI MUOVO!
Le macchine più vicine al luogo dell'incidente, per scappare da quel imbuto senza via d'uscita, salgono sul marciapiede e superano il blocco causato dalle due macchine ferme vicino alla linea d'arresto.
In lontananza si vede arrivare anche il Trenino Catalano carico di turisti armati di macchine fotografiche.
Alcuni automobisti iniziano a uscire dalle macchine e a risalire la strada per capire quale sia la causa dell'ingorgo.
Quando si rendono conto che si tratta di un banale tamponamento, cercano di far ragionare il signore della Ka, chiedendogli di liberare la strada e far circolare le macchine.
L'uomo risponde insispettito così: "Questo è il mio incidente e faccio come dico io. Quando farai il tuo incidente...fai come dici tu!".
Sento un ragazzotto alto e robusto tornare sconsolato verso la macchina e dire a un altro uomo: "Ci sarebbe da ammazzarlo di cazzotti!".
Un altro signore con i capelli bianchi, vestito in modo distinto e con degli occhiali da sole molto fashion, esclama, girandosi verso di noi, tutti in fila con la divisa da camerieri: "Solo ad Alghero capitano queste cose...solo ad Alghero!"
Arriva subito dopo una signora su una Fiat 600 rossa, con un adesivo della Ferrari sulla portiera.
Ci chiede cosa succede e spazientita inizia a strombazzare.
Dopo pochi minuti, furiosa, tira il freno a mano, mette la macchina in folle ed esce dall'auto, sparendo in una via parallela senza dire niente.
La macchina con il motore acceso inizia a spargere nella strada un fastidioso odore di bruciato.
La 600 rossa Ferrari (scolorita e puzzosa) impedisce alle macchine dietro di scappare attraverso il marciapiede.
I clacson iniziano una nuova cacofonia di suoni.
Il Trenino Catalano scappa imboccando una via laterale contromano.
Pazzia totale.
Quando la signora della 600 torna in compagnia di un ragazzo e gli automobilisti le chiedono se è modo di lasciare la macchina, la donna (un'Anna Magnani più robusta e tarchiata) urla così: "Cosa volete da me? Io ho le mie cose da fare!".
Sale in macchina, riparte e salendo sul marciapiede con un rovinoso rumore di motore sotto stress, sparisce dietro l'incrocio.
Finalmente arrivano i vigili.
Misurazioni, transazioni, chiarimenti.
Le macchine vengono spostate e il traffico riprende a scorrere.
Sono stati 20 minuti di sublime follia.
Abbiamo riso come dei matti sulla porta del ristorante, osservando il circo che si esibiva davanti ai nostri occhi increduli!

Babel

lunedì 23 maggio 2011

LOTTA DI IDEE


Da un po' di tempo penso al mio nuovo romanzo.
Ci sono due idee che fermentano nella testa.
La prima è la più "vecchia" e la più "seria".
Una saga famigliare con un'implosione interna: ho già scritto 80 pagine e devo solo riprendere in mano il timone della storia.
La seconda, invece, è un'idea più nuova e decisamente molto più folle e incerta nei contenuti e nella direzione che prenderà.
La bilancia oscillava tra un'idea e l'altra e non riuscivo a decidermi sul prossimo passo da fare.
Almeno fino a questa mattina.
Mentre mi rasavo mi è passata davanti agli occhi, esattamente come un piccolo film, tutta la scena iniziale della seconda ipotesi, quella nuova e folle.
Mi sono divertito soltanto a pensarla, figuriamoci cosa scatterà in me quando la scriverò!
Le mie rotelle hanno iniziato a girare a una velocità diversa, e se il meccanismo continuerà a macinare immagini con questi ritmi vertiginosi, la decisione verrà presa per resa emotiva indiscutibile.
Si può iniziare a scrivere un romanzo basandosi solo su un'idea vaga e una scena iniziale particolarmente divertente?
Si, si può.

Babel

domenica 22 maggio 2011

IL LIMITE DELLA FANTASIA


Quando si scrive una storia (sempre che non si tratti di un romanzo fantasy o di fantascienza) si cerca di dare credibilità ai personaggi che si mettono in scena. Si cerca di dare spessore e peso alle azioni che compiono, ai pensieri che pensano, alle parole che pronunciano; si cerca di costruire un contesto sociale credibile e di trovare delle svolte narrative che non tradiscano il senso della struttura narrativa costruita fino a quel momento. 
Creare un mondo credibile non è facile.
La sfida, per il mio romanzo, è questa: superata la prima fase, ora, i nuovi lettori, potranno leggere l'opera per intero e avranno l'occasione di capire dove portano tutte le tracce che ho lasciato intuire nell'incipit.
Come mi ha detto un amico-lettore-editor (come non ringraziarlo per l'aiuto e i consigli ricevuti) tutto dipende da quanto il lettore reggerà bene le svolte della trama.
Può prendere il cambio di registro come un colpo di scena che apre la storia verso nuovi orizzonti inattesi, o può pensare che non sono stato in grado di tenere testa al plot iniziale.
Mi capita di scrivere una pagina e di pensare: ma questa cosa che faccio fare al personaggio X è credibile? 
Poi, apro il giornale, è leggo la storia di un certo sacerdote Seppia (già il cognome dice tutto) che in un quartiere industriale di Genova, non solo ha abusato di minorenni con l'aiuto di una rete di complici che si adoperava per cercare le vittime (tutte sotto i 14 anni d'età) nei centro commerciali e in realtà degradate (genitori tossici che potevano cedere a ricatti e promesse), ma ha confessato agli inquirenti di essere anche tossicodipendente, cocainomane e se tutto questo non bastasse, persino sieropotivo (scatta l'allarme per i bambini e i ragazzini abusati).

Ecco, leggendo queste notizie mi dico che, se dovessi creare un personaggio così per una storia, i lettori mi accuserebbero di aver esagerato con la fantasia e storcerebbero il naso per la scarsa credibilità della vicenda.

Peccato che spesso, la realtà, supera, e di molto, la fantasia più sfrenata.

Babel

sabato 21 maggio 2011

GIUDIZIO NERO


Ho ricevuto i giudizi da parte dei lettori del Torneo Letterario che hanno letto l'incipit del mio romanzo.
Sono passato al turno successivo, è vero, ma leggendo quei giudizi mi chiedo come questo evento sia stato possibile.
Si passa grazie a una media matematica e non conoscendo i voti correlati ai giudizi, mi è impossibole capire una possibile media di voto.
Non ho mai pensato di aver scritto un capolavoro urgente e necessario, ma non ho mai pensato, allo stesso tempo, di aver scritto un testo "moscio, lineare, piatto, freddo, e senza nessuna emozione".
Non so il lettore che ha scritto questo giudizio cosa abbia letto nella sua vita, ma dire che il mio romanzo è quella cosa lì, mi fa ribollire il sangue nelle vene.
Da due giorni sono di pessimo umore e la cosa, credetemi, mi rode parecchio.
Farsi influenzare da una critica così negativa, che io trovo fuori luogo e non veritiera, non è normale e forse indica una mia eccessiva fragilità rispetto a certi argomenti.
Scrivere è una grande perdita di tempo.
Lo è per molti.
Non per me.
Ma davanti a certe "risposte" ti chiedi davvero che senso abbia continuare a farlo.
Sono certo che questo umor nero mi passerà presto.
Ma credetemi...in gola ho incastrato un bel "Ma vai a cagare!" che vorrei girdare a qualcuno che non conosco!

Babel

giovedì 19 maggio 2011

ASILO


Fuori dal ristorante dove lavoro ha iniziato a circolare un mese fa un gatto con la coda mozza.
Si nascondeva sotto le macchine e spiava i movimenti delle persone che mangiavano nei tavolini all'aperto lungo il marciapiede.
Osservandola bene ci siamo resi conto che aveva le mammelle gonfie: chiaro segno che aveva una prole da nutrire nascosta da qualche parte e il bisogno di nutrirsi per allattare i gattini.
Seguendola con lo sguardo abbiamo scoperto che entrava sempre nel giardino di una villa chiusa, attraverso un cancello di ferro chiuso con una catena, e si allontanava verso il fondo del cortile.
Era molto timorosa e guardinga e non si avvicinava mai troppo alle persone.
Poi, Nosferatu, il nostro caposervizio-Boss Supremo, un giorno, con un gesto di umanità inatteso, le ha sistemato tra le ruote di una macchina dove si nascondeva, un piattino con dei resti di pesce e di gamberi.
Coda Mozza, lentamente, si è avvicinata e ha iniziato a mangiare.

Inutile dirvi che la gatta ora gironzola sempre dalle nostre parti e che tutto il ristorante si è preso a cuore la salute della mamma-gatta e della sua nidiata ancora invisibile.
Ieri mattina gli ho offerto degli anelli di calamaro e un pezzo di carne.
Coda Mozza ha portato il primo boccone alla cucciolata e quando è tornata indietro con il suo passo felpato, ha mangiato tutto il resto senza fretta.
Un segnale preciso che la cucciolata è stata sicuramente già svezzata e che non manca molto alla prima apparizione dei gattini sulla strada, con il forte rischio che finiscano schiacciati sotto le macchine in transito, traditi dalla curiosità e l'inesperienza.
Ho la netta sensazione che urge mettere in moto la macchina delle adozioni gattesche.

Babel

mercoledì 18 maggio 2011

TESTE DI CAVOLO


Ieri si celebrava la giornata mondiale contro l'omofobia e la transfobia e oggi, nonostante le parole dure e decise del Presidente Napolitano contro l'omofibia in Italia (fenomeno sottostimato e più serio di quanto si pensi e si dica) è stata bocciata, dalla Comissione Giustizia della Camera, il testo unificato contro l'omofobia curato e seguito dalla relatrice Paola Concia (Pd).
Contro il testo hanno votato i deputati del PDL, della LEGA e dei RESPONSABILI (che a dirla tutta lo sono solo di nome ma non di fatto!).
L'UDC si è diviso.
"Nulla di nuovo sotto il cielo" direte voi.
E avete pienamente ragione.
In Italia, leggi, diritti e regole che sono valide in tutta Europa, diventano irrealizzabili per motivazioni misteriose ai più (amen!).
Mi costa un enorme fatica capire le posizioni di questi politici illuminati che non riescono a capire la necessità di una legge che tuteli una minoranza contro la violenza e il sopruso.
In Italia non ci sono esempi che possano arrivare dall'alto per indicare la starda da seguire.
Cantanti, stilisti, personaggi televisivi, giornalisti, attori, ballerini, sportivi, registi...tutti, tutti fingono un'eterosessualità di facciata che è lontana anni luce dai coming out di personaggi famosi di altri Paesi e continenti. 
Ci si vergogna di essere quello che si è per indole naturale.
Si finge una vita altra per poter liberamente fare nell'anonimato quello che più si sente giusto e vero per sè.
Ma i giovani gay, le giovani lesbiche, i trans...dico...tutti loro, che esempi possono prendere dal santa sanctorum della tv?
Malgioglio?
Platinette?
Cecchi Paone?
Vi rendere conto di come siamo messi?
Di come truccato e incravattato sia tutto quello che è stato digerito dal sistema per irridere, blandire, esorcizzare la vera esistenza dei gay reali...di quelli che lavorano, figliano, amano, ci provano a crearsi uno spazio in una realtà che non li vuole vedere?
Il mio Paese mi fa sempre più schifo.
Una latrina di ladri, puttane e furbetti senz'anima.
Vorrei sentire altre parole, vorrei sentire altre voci, vorrei ispirarmi ad altri esempi.
Con questo mio urlo di dolore non voglio di certo privare del loro valore i personaggi nominati.
Tutti hanno diritto di parlare in TV.
Ce lo dicono da anni, no?
Mi dispiace solo che ci siano solo e unicamente loro a parlare di temi così importanti, o, come capita nella maggior parte dei casi, a non parlare proprio mai delle tematiche gay. Si limitano, da buoni professionisti del lustrino, a interpretare il ruolo che gli è stato assegnato nel grande gioco televisivo.
Cosa non si fa per guadagnarsi la pagnotta!

Babel

martedì 17 maggio 2011

BUONVENTO


Oggi c'è più di un motivo per esultare.
Lo si può fare per il grande risultato del referendum in Sardegna contro il nucleare.
I numeri parlano chiaro: quasi il 60% del popolo sardo ha espresso la sua opinione sulla possibilità di costruire delle centrali nucleari sul suo territorio.
Un SI deciso che in realtà è un NO!
La domanda recitava così: sei contrario all'installazione di centrali nucleari ecc. ecc.
Ebbene, solo il 2% ha risposto NO.
Tutti gli altri (me compreso) hanno barrato la casella del SI.
SI...sono contrario!
Vediamo se adesso lo Stato Centrale si ricorderà della scelta fatta dai Sardi quanto ritornerà in ballo il tema energetico.
La memoria è corta, si sa, ma la Carta canta...e non parlo del nostro conterraneo Marco.

Si può esultare anche per i risultati eccezionali delle elezioni in tutta Italia.
La sconfitta clamorosa di "CatWoman" Letizia Moratti.
Uno stacco di 8 punti conquistato da Pisapia.
Una perdita effettiva di 11 punti rispetto alle precedenti consultazioni elettorali.
Un disastro.
Si respira aria nuova dopo un lungo, lunghissimo regno del centro-destra.
Si esulta per Fassino che stravince a Torino.
Si esulta per Merola a Bologna.
E per Trieste con Cosolini.
Ballottaggio a Cagliari e si pensa anche a Napoli.
Insomma una gran bella giornata.

Io sono felice e vedo tutto verde.
E vi assicuro che la Lega non c'entra niente.
Parola di Sardo!

Ajò!

Babel

lunedì 16 maggio 2011

IL BAU-BAU NON C'E' PIU'!


Il mio romanzo è passato alla seconda fase del Torneo Letterario 2011 organizzato dal Gruppo GEMS.
Tutte le mie paure e i mie timori sono svaniti nel nulla.
Ho scoperto la notizia rientrando a casa dopo il turno di lavoro e aprendo un'email di un amico ho saputo che il Bau-bau era stato sconfitto.
Sono entrato nella pagine del sito e ho letto i titoli delle 200 opere semifinaliste.
Alla fine ho trovato anche il mio.
Leggerlo nell'elenco è stata una piccola, grande emozione.
Con un senso di liberazione mi sono infilato in doccia, mi sono lavato e rigenerato, mi sono cambiato con un paio di jeans nuovi e una camicia comoda, e per festeggiare la bella notizia, sono andato a ballare con gli amici.
Rientro a casa alle 6 del mattino.
Due ore di sonno e via di corsa a lavorare.
Ho passato la domenica sotto gli effetti di una strana trance che mi rendeva euforico e lento.
Ho votato al referendum.
Purtroppo l'afflusso alle urne sembra sia stato bassissimo, nonostante la pessima giornata che sicuramente non invitava ad andare al mare.
Speriamo in una ripresa in questo lunedì lavorativo.
Ma ci spero poco.

Ora mi attende un mese di limbo in attesa dell'ultima fase del Torneo che scremerà i 200 semifinalisti a 30 finalisti.
La lotta si farà ancora più dura.
Vedremo che succede.

Babel

P.S.- la magnifica illustrazione che ho usato per "illustrare" il mio stato d'animo è del bravissimo C. Cerri.

sabato 14 maggio 2011

TRANSUMANZA


La Sardegna è l'unica regione italiana dove si vota per i referendum.
Il nostro governatore Cappellacci ha lottato perchè la consultazione popolare si portasse avanti lo stesso.
E la scelta è ancora più forte se si pensa che va contro la presa di posizione del Governo e di Berlusconi, che si è mosso in prima persona per farlo eleggere nello scontro con Renato Soru.
Si vota domenica 15 e lunedì 16 maggio.
In giro non si sente parlare un granché dei tre quesiti a cui si dovrà rispondere con un SI o con un NO.
I miei colleghi non ne parlano.
I clienti del ristorante dove lavoro ne parlano ancora meno.
I luoghi che frequento sembrano impermeabili a temi così scottanti.
Eppure stiamo parlando di tre scelte, di tre decisioni, mica di poco conto!
Vogliamo il nucleare in Italia?
Vogliamo la privatizzazione dell'acqua?
Vogliamo perpetuare il legittimo impedimento?
I miei sarano tre SI netti e senza indecisioni.
SI.SI.SI.
Il tema del nucleare è controverso.
Siamo circondati da una catena di centrali nucleari.
E' vero, non siamo immuni alla possibile catastrofe.
Se succede qualcosa in Francia o Germania, se esplode un reattore, se mi colassa un nocciolo, ne pagheremo le conseguenze tutti quanti.
Ma più leggo teorie e opinioni, più sento pareri, più mi informo e più la scelta del nucleare, ora come ora, mi sembra fuori tempo massimo e del tutto anacronistica.
Nel nostro Bel Paese poi, dove non si costruiscono neanche le scuole come Dio comanda e basta un scossa di terremoto per far cadere a pezzi muri e tetti.
Dove tutto traballa e il malaffare imperversa nell'indifferenza generale.
Noi che non riusciamo a smaltire neanche la mondezza, dove metteremo le scorie nucleari?
Le spareremo nello spazio con una navetta kamikaze?
Chi lo sa!

Sulla privatizzazione dell'acqua non c'è nulla da dire.
Leggetevi il mio racconto "L'ESTATE INFINITA", pubblicato dal CORRIERE DELLA SERA, e capirete cosa penso sull'argomento (potete anche votare il racconto).
E sul legittimo impedimento cosa vogliamo dire?
Sono stanco, nauseato, schifato da una classe politica che fa di tutto per salvare la faccia di plastica di un Presidente del Consiglio imbarazzante per chiunque possieda un minimo di dignità e di amor proprio.

Ho iniziato il post parlando del silenzio abissale che ha sommerso i referendum.
C'è una notizia bella però, che voglio condividere con tutti voi.
L'esempio, bello, forte, potente, arriva da alcuni amici che vivono a Londra, Madrid, New York, e che si sono organizzati per rientrare nella Madre Patria per esprimere il loro diritto di voto.
Se questo non è senso del dovere e amore per la propria terra, cosa, ditemi, lo è?
Ho notato più di una volta che, questi amici lontani, sanno più cose loro di quello che succede in Italia di quanto ne sappiamo noi che ancora ci viviamo.
Sempre tesi a informarsi per sentirsi meno lontano di quanto in realtà sono.

Non mancate all'appuntamento con il seggio.
Il mare, il lago e la montagna, intanto, non si spostano e li potrete trovare ancora lì al prossimo week-end.

Babel

mercoledì 11 maggio 2011

LA LUCE NEL BUIO


Quando scattiamo una foto cosa cerchiamo?
Quando puntiamo l'obiettivo cosa mostriamo, celiamo, riveliamo, fissiamo del mondo che ci circonda?
Può sembrare assurdo porsi una domanda così semplice e banale in un'epoca dove la foto digitale ha standardizzato tutto.
Un'epoca dove basta un telefonino per immortalare un momento, uno scorcio, una persona, un'immagine.
La globalizzazione dell'immagine (la sua democratizzazione) invece di arricchire, ha impoverito e svilito il gusto e il piacere della ricerca e della scoperta.

Ho una passione intensa, univoca e speciale per le foto che mostrano pezzi di vita, di corpi, di realtà.
E forse è per questo motivo che amo le immagini del fotografo francese Benoit Courti. Foto che fanno risalire a galla dall'oscurità (nero che nasconde e omette ai sensi) piccoli particolari, messi in risalto e in primo piano per raccontare una storia, un sentimento, una sensazione.
Ritratti in divenire, sguardi e gesti da capire e interpretare, mani che si intrecciano, toccano, sfiorano, stringono...seguendo un istinto o un bisogno.

Cosa vi raccontano queste immagini?









Babel

martedì 10 maggio 2011

INCONTRERAI L'UOMO DEI TUOI SOGNI


Domenica sera ho visto l'ultimo film di Woody Allen.
Come capita spesso dalle mie parti, certi film semplicemente in sala non arrivano, o se arrivano restano così poco che non riesci mai a vederli se non per una pura, fortunata coincidenza di impegni e orari.
Sono sempre stato un appassionato consumatore del mondo di celluloide di Mr Allen e quando esce un nuovo dvd di un suo film, non bado a spese e corro subito a comprarlo.
Il mio umore non era dei migliori e non sapevo davvero come avrei preso la visione del film. Sapevo pochissimo della storia. Un'esile trama che poteva benissimo propendere verso la commedia più leggera o affrontare temi più tosti e impegnativi.
Mi sono sistemato sul divano e ho fatto partire il dvd con il cuore e la mente liberi da pregiudizi e aspettative.
Sorriderò o mi incupirò?


Il film racconta la storia di due coppie in crisi che cercano di trovare una via di fuga dalla solitudine, l'insoddisfazione e la noia (tutti temi già trattati da Allen) con mezzi e percorsi diversi.
Helena (Gemma Jones) abbandonata dal marito dopo una vita di devozione e sacrifici, si rivolge a una chiromante consigliata dalla figlia Sally (Naomi Watts) che in questo modo cerca di regalare una speranza alla madre disperata, pienamente consapevole di metterla tra le mani di una ciarlatana che racconta ai suoi clienti quello che vogliono sentirsi dire. Il marito Alfie (Anthony Hopkins) cercando una seconda gioventù, inizia ad allenarsi in palestra, si lampada il viso, si cura l'aspetto e il look, e grazie a un incontro a pagamento con una escort, conosce e si innamora di una ragazza vistosa e sciocca, che viene subito attratta dal portafoglio rigonfio dell'uomo maturo, ingolfato di viagra per reggere il ritmi di un rapporto nuovo e sbilanciato per motivi anagrafici. Dopo una frequentazione di due mesi decide di sposare la ragazza e di presentarla alla figlia: Sally, da parte sua, ha le sue grane e i suoi problemi da gestire e risolvere. Roy, suo marito (Josh Brolin) è uno scrittore in panne, che dopo un primo romanzo di grande successo, non riesce più a scrivere un libro all'altezza del suo esordio e si fa campare da Sally, che lavora in una galleria d'arte e da sua suocera, Helena, che interviene nel loro rapporto con continue incursioni, dove manifesta sempre più sicurezza e fede sulle doti della veggente che le indica il destino di tutte le persone a lei più vicine. Roy, nel pieno della sua crisi creativa, legge le bozze di un romanzo di un amico e scopre di avere tra le mani il capolavoro che non riuscirà mai a scrivere. Mentre si tormenta pensando al suo futuro, spia la vicina di casa indiana (Fredia Pinto)che suona la chitarra con la finestra aperta. Lentamente iniziano a fare amiciza e tra un chiacchiera e una battuta, che si scambiano da una finestra all'altra, ai lati del cortile, finiscono per uscire a pranzo insieme, trasformando l'amicizia, con il passare dei giorni, in un sentimento molto più serio e complesso. Sally, da parte sua, scopre di essere attratta dal gallerista suo datore di lavoro, interpretato da Antonio Banderas. La sua decisione di mettersi in proprio con un'amica, le fa scoprire che le sue scelte, anche le più sciocche, come quella di spedire per comodità la madre depressa dalla veggente, si ritorceranno contro di lei.


  Il film è più serio di quello che può sembrare ad una prima visione leggera e superficiale. Le battute sono poche, sebbene certi dialoghi e certi scambi verbali tra i personaggi rubino più di un mezzo sorriso. Ma quello che sale inaspettatamente, man mano che la pellicola dipana le varie vicende dei personaggi, è una sottile angoscia che si infila sotto pelle. Un sentimento reso ancora più vivido dalla decisione di Roy di rubare il libro dell'amico che muore in un incidente d'auto. 
Peccato che le cose non vadano proprio come le aveva pensate Roy: il finale aperto fa presagire una conclusione disastrosa.


Il film non racconta nulla di nuovo.
Verissimo! 
I temi sono già stati sviscerati, analizzati e osservati in molte pellicole del regista, ma quello che per alcuni è un limite, per me è un pregio.
Mi piace tornare a casa di Allen e sentire la stessa atmosfera, gli stessi profumi e, perché no, le stesse storie. C'è chi sostiene che ogni autore racconta sempre e solo la stessa storia e in questo, Woody Allen, è bravissimo. 

Babel

domenica 8 maggio 2011

IL BEL PAESE


Il mondo dovrebbe funzionare in modo che uno non è che si alza una mattina e decide, solo perchè adora spanciare rane con il coltellino per vedere come sono fatte dentro, di diventare chirurgo per aprire persone con il bisturi.
Al massimo può aspirare a diventare un teppistello o un serial killer.
Ma anche in questi campi ci vuole preparazione e "passione".
Il mondo dovrebbe funzionare in modo che uno non è che diventa pilota e inizia a guidare un aereo di linea perchè sa costruire dei perfetti aereoplanini di carta che si schiantano sull'albero del giardino.
Al massimo può diventare un terrorista dirottatore e tentare di colpire la Torre di Pisa o il Pirellone.
Ma anche in questo caso ci vuole organizzazione e senso del sacrificio estremo.
E poi, diciamocelo, dopo l'11 settembre e il crollo delle Torri Gemelle, è difficile far parlare di sè. Ci vuole una scena con il BOTTO!
Il mondo dovrebbe funzionare in modo che uno non diventa politico solo perchè è bello, "figlio di...", ama le battute da bar e non capisce nulla di politica estera, economia, costituzione, regole, etica, ecc. ecc.
Al massimo calca qualche palcoscenico televisivo come comico o qualche concorso di bellezza come Mr o Miss Qualcosa.
Ma di certo non entra in Parlamento se non capisce che fare politica non è solo attaccare un culo a una poltrona, ma richiede preparazione, competenza e un senso dello Stato e del "sacrificio" (parola sconosciuta ai più) che non si comprano e non si prendono per osmosi dal Capo o dall'aria che respiri.
Ci vorrebbe una tassa (questa si giusta e sacrosanta) per sanzionare tutte le stupidate razziste, omofobe, qualunquiste che si sentono dire dai politici di turno in TV.
E si, perchè la TV è diventata la grande piazza visruale del nostro Stivale sfondato, e non c'è salvezza e speranza per chi cerca di capire cosa pensano davvero i nostri governanti sotto quella melassa propagandistcia che ci rifilano come perle lanciate ai porci. 
Perchè a volte penso che i nostri politici semplicemente non pensano e si limitano a ballare il loro motivetto, come scimmie ammaestrate, incantando il pubblico ebete.
"Ma guarda com'è bravo! Riesce a cacare banane intere dal culo e poi le sbuccia senza le mani...favoloso!".
Una bella tassa per tutte le inesatezze, i sondaggi pilotati, le reticenze, le cifre inventate, i processi fantasma, si, una bella tassa, ma non di quelle economiche, che te la cavi con 100 o 1000 euro, no, troppo facile (i loro conti in banca sono di certo più corazzati dei nostri) ma ipotizziamo un bel 100 mila euro per cazzata (Wanna Marchi insegna!).
Forse inizierebbeto a pensare di più, a informarsi di più, a studiare di più!

Esattamente com'è ha fatto il ministro della difesa Ignazio La Russa che durante una cena ha ironizzato sulla bruttezza delle donne elette dalla sinistra.
Vuoi mettere le nostre Minetti?
Non c'è paragone.
Le destinatarie del vago riferimento della simpatica battuta sono forse la Bindi e la Concia? Chissà! 
La Concia ha anche il terribile difetto di essere una lesbica dichiarata.
Terribile!
Secca la replica del presidente pd Rosi Bindi: "La Russa che critica l'aspetto estetico dei candidati? Non male, detto da lui".
Secca e decisa la replica del presidente pd Rosi Bindi: "La Russa che critica l'aspetto estetico dei candidati? Non male, detto da lui".
E la Concia, invece, replica al ministro La Russa che ha dichiarato di averla chiamata per spiegare come sono andati veramente i fatti: "La mia era solo una battuta, abbiamo il massimo rispetto per le donne. Ho anche telefonato all'onorevole Concia per spiegarle esattamente che cosa era stato detto. E sapete cosa mi ha risposto? Mi ha detto: beh, fate tanta propaganda voi, permetti che ne faccia anche io?", con una risposta chiara e senza mezzi termini: "Sono francamente esterrefatta e terrorizzata da quanto dichiarato dal ministro La Russa. Innanzitutto perché il ministro, persona che evidentemente manca di equilibrio, perde tempo a commentare la gradevolezza estetica delle politiche di sinistra, invece che occuparsi del conflitto libico che impegna il nostro paese. Inoltre il ministro mente riguardo al contenuto della nostra telefonata, perché è stato lui ha parlare di propaganda e non certo io". E ancora: "Vorrei sapere cosa pensano le migliaia di soldatesse italiane, che ogni giorno sono impegnate in operazioni difficili, dove spesso rischiano le proprie vite, di un ministro della Difesa che opera come criteri di valutazione delle donne l'esteticità e la bellezza. La Russa - conclude la deputata - forse non si rende conto che con le sue parole ha offeso sopratutto loro, dimostrando che non è all'altezza di rappresentarle".   

Non ho mai considerato le donne come un culo e due tette in movimento.
 Ho sempre pensato che le donne sono qualcosa di molto più bello e complesso di un pezzo di carne in movimento. E ho sempre pensato che la meritocrazia dovrebbe essere il principio cardine per strutturare una società sana e onesta.
Per fare una certa cosa (chirurgo, pilota, ministro, comico) bisogna studiare per saperla fare bene.
E fare il ministro non è esente da questa regola base.
Tassa permettendo!

Babel